Attualità

Speciale Porto di Tropea

“L’internalizzazione dei servizi e l’autoaffidamento della concessione la vera causa della morte del porto”

“Lo slogan del gruppo Passione Tropea, Restituiamo il porto ai tropeani, si è rivelato in tutta la sua falsità”.

Dopo la conferenza stampa del Sindaco Gaetano Vallone la vicenda Porto di Tropea può essere così sintetizzata:

Cronologia

La gestione del porto di Tropea nasce da un accordo intavolato alla Regione ed inseguito a confronti nei tavoli tecnici presso il ministero governativo competente negli anni 2000. Per una serie di motivazioni viene imposto al Comune di partecipare alla futura gestione in compartecipazione ad una società, con una quota non superiore al 20%, ed a seguito dell’aggiudicazione dopo bando europeo anche quello. Alla scadenza contrattuale il Demanio tramite il comune avrebbe potuto allungare il periodo di contratto, ma l’amministrazione a guida Repice solleva la Società dall’incarico internalizzando i servizi e sulla scorta del fatto che, secondo il parere dell’allora maggioranza, gli introiti per il comune erano irrisori.
A questa delibera la società fa ricorso al TAR; nel frattempo e cambiando l’amministrazione cittadina la gestione del porto poteva essere affidata ancora una volta alla stessa società che per chiarezza indichiamo con il nome del maggiore azionista, Mercatore, ma Vallone ed i suoi stando al fatto che il comune non ha diritto a contrattare avendo solo un Capitolato d’appalto, quindi non dovendo sottostare all’art. 5 del vecchio contratto come invece sostiene la Regione e la minoranza, ha optato per una nuova transazione ad interesse pubblico, sempre con la stessa società. Il nuovo accordo prevedeva non solo un aumento della quota societaria per il comune, l’erogazione di una cifra consistente ogni anno, il Presidente ed i revisori del nuovo assetto societario, ma soprattutto la cessazione di ogni azione legale intrapresa nei tribunali.

Dichiarazioni del sindaco

“Se si dovesse malauguratamente verificare una sentenza favorevole alla società (Mercatore) il comune sarebbe chiamato a coprire danni economici consistenti; il nuovo bando di gara imposto dalla Regione non permetterà al comune una partecipazione societaria perché la legge non lo consente più e nei fatti i tropeani perderanno per sempre gli utili di questa struttura; il porto di Tropea è registrato come porto ad interesse regionale e per le attività diportistiche e quindi ha tutta la facoltà di prolungare i tempi di concessione fino a sessantenni, non è un porto turistico per i quali è prevista una limitazione maggiore”.

Il Sindaco di Tropea Gaetano Vallone durante la conferenza stampa di ieri - foto Libertino
Il Sindaco di Tropea Gaetano Vallone durante la conferenza stampa di ieri – foto Libertino

La cosa che spesso è sfuggita all’opinione pubblica è il fatto che il porto non è proprietà del comune di Tropea, ma è del demanio e quindi dello Stato, e tutto ciò che ricava è un di più fino ad oggi permesso dal vecchio accordo societario e rimodulato con il nuovo entrato in vigore nel mese di luglio, che vedeva una rivalutazione degli introiti. Il nuovo bando europeo, invece, vedrà come introiti solo il canone demaniale annuo di 206.901,46 euro che la società vincitrice sarà obbligata a versare. Di questa cifra il 15% andrà alla Regione e questa percentuale ancora sarà ripartita nella misura del 30% al Comune ed il 70% ancora alla Regione, un ricavo per Tropea praticamente di soli 21.000 euro l’anno.
“Sottilmente si insinua che il comune ha operato scelte in favore della società, chi ne ha contezza è chiamato a fare nomi e cognomi; ricordiamo che la Società è formata anche dal Comune che con il nuovo accordo ha aumentato le sue capacità economiche ed è naturale che il comune voglia il meglio per essa. Ricordo che l’amministrazione Repice ha provveduto ad uno studio tecnico affidato al prof. Nardi il cui costo si aggira a circa 9.000 euro a pagina e se il comune dovesse perdere nei confronti della società Porto Di Tropea Spa questa somma si andrà ad aggiungere al danno economico a cui sarà chiamato a rispondere”.

I rappresentanti della stampa durante la conferenza - foto Libertino
I rappresentanti della stampa durante la conferenza – foto Libertino

Dichiarazioni L’Andolina:

lo slogan “Restituiamo il porto ai tropeani, si è rivelato in tutta la sua falsità”
Il vice sindaco L’Andolina critica duramente gli interventi “forvianti” del Gruppo Passione Tropea guidato da Adolfo Repice: “ Perché lor signori nei vari manifesti ed interventi omettono di ricordare il passaggio focale di questa vicenda e cioè l’internalizzazione dei servizi? Perché non ci spiega come mai il suo giudizio sull’operato della società dapprima era molto apprezzato, così come risulta da verbale, e poi nel giro di 5 mesi lo ha stravolto? Cosa è successo nel frattempo? Non è vero come circola voce che ci sarebbe un debito astronomico della Società Porto di Tropea Spa con il Demanio, semmai il nuovo presidente della stessa ha chiesto già da tempo di regolarizzare i conti con il demanio, attraverso conguagli di cifre già versate per gli anni 2009-2010. E’ nell’internalizzazione e nell’autoconcessione dei servizi che bisogna ricercare le cause di questa incresciosa situazione: l’autoaffidamento della concessione e l’internalizzazione dei servizi hanno minato alle fondamenta di quella gestione che vedeva il comune parte attiva, partecipazione che con le nuove leggi non sarà più possibile assicurare e di questo ne deve rispondere solo ed esclusivamente Repice e la sua maggioranza”.

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Redazione
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