«Nel tratto della Costa degli Dei non è più tollerabile imbattersi in degrado»
«Mi rivolgo in particolare ai dirigenti PD della Calabria e della provincia di Vibo Valentia, invitandoli a smettere di litigare su candidature e poltrone più o meno comode e di iniziare finalmente a impegnarsi su temi che interessano i cittadini»
Completata con la nomina dei viceministri e dei sottosegretari il governo “giallo-rosso” inizia la nuova legislatura di compromesso. Il capitano sceso dall’aereo di stato e finita la pacchia si ritrova a Pontida, dove i suoi più simpatici ed accaniti fans rivolgono insulti razzisti e urla antisemite ai cronisti presenti. Nonostante qualche amico continui a fare il bullo con battute su bandiera rossa accostandola a quella della Ferrari con il cavallino rampante, ignorando che si parla della bandiera rossa con la falce e martello che rappresenta l’unico inno della classe operaia italiana che possa considerarsi come un vero canto popolare orale.
In un’Italia ritornata brutalmente alla normalità finalmente si discute nei luoghi istituzionali con toni pacati e ragionevoli. I ministri non passano il tempo fra televisioni e social network, ma si lavora, e subito si percepiscono i primi frutti. Riduzione dello spread, un confronto serio nella nuova maggioranza su temi importanti (e non ridotto a infantili dispettucci, molto poco istituzionali), un coinvolgimento dell’Europa e delle parti sociali sui temi che davvero interessano gli italiani quali: creare nuovo lavoro dignitoso e in sicurezza, asili nido, riduzione del cuneo fiscale, nuovi investimenti green.
Dagli strepiti e riverberi del (già ex?) Capitano urlati da un palco condiviso con i più beceri populisti e nazionalisti europei, dagli annunci dell’uomo solo al comando richiedente pieni poteri poco ci si può aspettare. Gemiti di dolore di epatica natura in seguito al riconoscimento dell’enorme errore politico commesso. Ma in fondo per alcuni la campagna elettorale non è mai terminata, e in fondo ciò è comprensibile. Per distrarre gli italiani da realtà quali i quasi 50 milioni rubati ai cittadini dalla Lega, un assenteismo costante, un’economia nazionale in affanno grazie ai nuovi debiti contratti o amministratori leghisti in manette, la macchina di distrazione di massa, ideata dai più ingegnosi venditori di fumo dello stivale e pagata dai cittadini, non poteva che assorbire tutti gli sforzi di un Ministro dell’Interno inconsistente, rancoroso e spesso imbarazzante.
Questo recente autogol ha dato nuova linfa alle forze di sinistra del Paese, ed è proprio in questo contesto storico che i dirigenti PD nazionali, regionali e provinciali, i circoli e le parti sociali, dovrebbero maggiormente impegnarsi nell’attivismo politico, organizzando nel territorio di loro competenza incontri e dibattiti per spiegare quanto distruttiva può essere per il Paese questa destra sovranista e
pericolosa che vuole ritornare al passato e far dimenticare gli insulti razzisti rivolti fino a poco tempo fa a tutto il Sud Italia (si trova ancora facilmente in rete un video in cui l’ex ministro degli Interni intona canti razzisti contro i Napoletani).
Mi rivolgo, in particolare, ai dirigenti PD della Calabria e della provincia di Vibo Valentia, invitandoli a smettere di litigare su candidature e poltrone più o meno comode e di iniziare finalmente a impegnarsi su temi che interessano i cittadini: sostenere politiche per il lavoro, incentivare investimenti nel turismo, nell’artigianato e nell’ambiente. Chi scrive non ritiene tollerabile che, nel tratto della Costa degli Dei, non sia possibile percorrere un solo km senza imbattersi in degrado e rifiuti che si sostituiscono ai marciapiedi. Spiagge splendide e annoverate fra le prime in Italia per bellezza, come la spiaggia di Michelino a Parghelia (scusate il campanilismo) non adeguatamente protette e la cui unica via di accesso si rende inagibile allo scorrere delle prime piogge. Tutto ciò mentre il piano di ripascimento è arenato nei palazzi di competenza.
Mi auguro che sia giunta l’ora di “ribellarsi” a questo torpore e riuscire a superare il detto dei miei antenati per cui “a forza di parlare di mezzogiorno si è fatta mezzanotte”. Sono ottimista e concludo nella speranza che, superata la mezzanotte, l’apparizione di una nuova alba non possa che essere migliore.