Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Solenni Quarantore a Tropea.
E’ ormai in cammino il turno delle solenni Quarantore nella città di Tropea. Come in tante chiese del mondo, soprattutto in questo periodo, le varie chiese di Tropea stanno vivendo giorni di particolare grazia e di intensa preghiera dinanzi all’Eucaristia solennemente esposta. Ed ogni comunità, attingendo alla memoria del suo passato, offre a Cristo, vero Pane disceso dal cielo, il proprio culto spirituale con segni nuovi o della propria tradizione: fare festa a Gesù che continua a donarsi a noi nel suo corpo sacrificato per noi e nel suo sangue sparso per la redenzione di tutti.
Le Quarantore 2017 a Tropea stanno seguendo questo itinerario:
19-22 febbraio = chiesa del Rosario
26 febbraio-1 marzo = chiesa della Sanità (OFM)
5-8 marzo = chiesa del Gesù (Redentoristi)
12-15 marzo = chiesa dell’Annunziata
19-22 marzo = chiesa di San Francesco di Paola
3-5 aprile = chiesa del Sacro Cuore di Gesù
9-11 aprile = chiesa Concattedrale
Il tema che unifica le varie stazioni di adorazione è “L’Eucaristia, fondamento di una chiesa in stile sinodale”.
Note generali di storia
♣ Il significato originario delle Quarantore è quello di onorare Gesù Cristo durante le quaranta ore in cui giacque nel sepolcro.
A partire da questa esigenza invalse l’uso di deporre l’ostia consacrata nascosta in un apposito altare sotto forma di sepolcro.
♣ L’uso di esporre il SS. Sacramento all’adorazione dei fedeli per quaranta ore continue al fine di propiziarsi l’intervento del Signore, specie in tempi di calamità e guerre, avvenne per la prima volta nel 1527 presso la chiesa del S. Sepolcro a Milano.
Il papa Paolo III, mediante la richiesta del vicario generale di Milano fatta a nome del governatore e del popolo milanese, approvò questa pratica con breve apostolico del 28 agosto 1537.
♣ I Cappuccini, a cui si unirono anche i Minoriti, furono ferventi propagatori dell’uso delle Quarantore; altrettanto zelo fu espresso anche dai Gesuiti i quali diffusero quest’uso in tutta Europa e in Italia.
Urbano VIII con l’enciclica Aeternus rerum Conditor del 6 agosto del 1623, prescrisse a tutte le chiese del mondo la celebrazione delle Quarantore.
♣ Per quanto riguarda la prassi, dall’indagine storica si rilevano due forme:
– un turno annuale ininterrotto d’adorazione di chiesa in chiesa, che si è affermata e mantenuta solo nelle grandi città per ragione di disponibilità di chiese e fedeli;
– la forma sporadica, legata solo ad alcuni momenti dell’anno, fatta spesso senza l’adorazione notturna, che è quella più diffusa e in uso ancora oggi in molte comunità parrocchiali.
♣ Nei secoli XVII e XVIII questa seconda forma fu introdotta nei tre giorni precedenti il mercoledì delle Ceneri come funzione riparatrice.
♣ Altro momento dell’anno dedicato alla celebrazione delle Quarantore è l’inizio della Settimana Santa, legato tradizionalmente al precetto pasquale annuale, la cui collocazione temporale si ispira alla forma tradizionale più antica, sostenuta e diffusa dai Cappuccini. (Note estratte dal Messale Romano, 1983)
Il Venerabile P. Di Netta (1787-1849) e le Quarantore
Dalle testimonianze ai Processi di Beatificazione
♦ Era divotissimo di Gesù Sacramentato e questa divozione appariva sia nell’amministrazione dei SS. Sacramenti, sia in tutto il suo esteriore, nell’atteggiamento, nelle parole. Ricordo che non si poneva mai in chiesa a confessare se prima non pregava con molto raccoglimento innanzi a Gesù Sacramentato specialmente quando questo era esposto in forma di Quarantore.
♦ Il P. Di Netta di prima mattina era già in coro ed i fedeli ne sentivano distintamente la sua voce: Dio mio, ti amo Gesù mio, tu sei il mio amore.
Ad una divota insegnò: La mattina quando arrivi in chiesa, dirai: Gesù mio ecco la pecorella che viene a te, te ne sei stato solo tutta la notte, ora eccomi a farti compagnia.
Voleva che le persone che si dirigevano da lui si abituassero all’adorazione, specialmente dove Gesù se ne stava esposto nelle Sacre Quarantore e per tale occasione si vedevano molti diretti da lui, sacerdoti e secolari, immobili per ore intere avanti al SS. Sacramento.
♦ Ogni giorno, dopo celebrata la Messa, il Venerabile Di Netta aveva cura di sistemare gli altari con le proprie mani; cercò di abbellire come meglio potette la sua Chiesa, anzi tutto ciò che vediamo di meglio in essa è tutto opera sua. Amava di celebrare le sacre funzioni con la possibile solennità. Regolarizzò le Quarantore e volle che fossero celebrate con tutta pompa.
♦ Della sua devozione verso il SS.mo Sacramento dell’Eucaristia ne son prova le Quarantore da lui regolarizzate e fatte celebrare con pompa; il grande e bello Ostensorio che procurò alla Chiesa, il ricchissimo parato veramente prezioso da lui fatto fare.
Di notte e di giorno, quando la regola glielo consentiva, si portava in Chiesa,e nel Coretto per adorare Gesù Sacramentato. La messa la celebrava con grande raccoglimento e fervore, i fedeli ne rimanevano grandemente edificati.
♦ Il Venerabile Di Netta curava in tutti i modi di suscitare negli altri la fede e l’amore a Gesù Sacramentato. A questo scopo egli istituiva in parecchi paesi il pio esercizio delle SS. Quarantore. Questa pratica del culto eucaristico in molti luoghi delle Calabrie era affatto sconosciuta ed il Servo di Dio ve la lasciava trapiantata.
♦ Faccio notare che la devozione dell’esposizione di Gesù Cristo in Sacramento per le Quarantore per opera sua fu introdotta per quattro giorni nella sua chiesa, mentre nelle altre chiese durava per soli tre giorni. (D. Ignatius Toraldo e Joseph. Tarantino).
♦ Perfetta era l’osservanza del disposto della Clementina nell’esposizione di Gesù Sacramentato nelle Quarantore. In tutte le chiese di questa città (Tropea) si esponeva il Sacramento per tre giorni, e il Servo di Dio ve lo teneva esposto per quattro, acciocché si empissero 40 ore, com’è prescritto, e da allora questa pratica vige in tutta la diocesi. (D. Vincentius can. Scardamaglia).
♦ Il suo amore poi era fervorosissimo verso Gesù Sacramentato, tanto che le funzioni delle Quarantore annuali voleva che si facessero col massimo splendore nella sua Chiesa e con la più scrupolosa osservanza delle rubriche. (D. Antonius can. Barone).