I torrenti rappresentano una minaccia
L’emergenza investe più fronti, critica anche all’interno del porto
Il porto turistico di Tropea versa in una situazione drammatica. I torrenti rappresentano una minaccia sia nell’area commerciale sul versante nord, al confine con Parghelia, dove tra l’altro l’accumulo di detriti sta occludendo l’imbocco dell’approdo, sia sul lato opposto, dove operano i pescatori. In quest’ultima zona, tra l’altro, il malfunzionamento di alcune condotte ha allagato il piazzale di fronte alla banchina.
L’emergenza relativa al porto, insomma, investe più fronti.
Se solo la scorsa estate si vedeva una struttura piena di lussuosi yatch, centro di aggregazione per turisti e residenti, oltre che luogo adibito a manifestazioni culturali, la realtà odierna dell’approdo tropeano è assai diversa. L’ingresso al confine con Parghelia è inutilizzabile per chi proviene dal centro limitrofo, poiché la SP22 è stata di fatto chiusa al traffico in quanto è praticamente attraversata dal torrente Burmaria. In quella zona le ruspe hanno dovuto costruire un argine di terra alto quattro metri, per obbligare il corso d’acqua a proseguire dritto ed immettersi nel La Grazia anziché deviare il nuovo corso a causa del dislivello di un paio di metri ed entrare, perciò, direttamente nello spiazzale d’ingresso della struttura portuale. Anche il torrente La Grazia, avendo spostato in avanti il punto zero della sua foce di circa 50 metri, modificando in tal modo la linea di costa, sta riempiendo di detriti l’area marina antistante, e quindi l’imbocco del porto. Ovvio che se la problematicariguardante i torrenti La Grazia e il Burmariadovesse protrarsi a lungo, i soli costi per il dragaggio dell’imbocco portuale faranno impallidire qualsiasi ente chiamato a sostenerli.
Dal lato opposto, quello più vicino alla rupe, poi,la struttura è continuamente minacciata dal rischio di esondazione del Lumia. Un rischio concreto, visto che il canale nei pressi dell’ingresso del porto, di fronte allo scoglio di San Leonardo, si riempie costantemente, lo stesso rischio che lo scorso novembre indusse gli amministratori ad emettere per via preventiva un’ordinanza di sgombero gli edifici in zona. I fondi per l’ampliamento del canale in coincidenza con l’imbocco del lungomare ci sono, ma è necessario che prima vengano sistemati alcuni cavi elettrici ed altri in fibra ottica.
Ma la situazione inizia a diventare critica anche all’interno del porto. Nel piazzale denominato “Borgo dei pescatori”, infatti, di fronte al punto informazioni, vi è un tombino che è saltato e scarica direttamente nel molo da quasi una settimana. Impossibile, in assenza di adeguate indagini, stabilire la natura del liquido che si riversa in mare. Ma il colore del liquido, la schiuma che si forma in mare, la presenza di liquame melmoso e putrescente nei pressi dei ristagni e, soprattutto, l’odore nauseabondo che si diffonde anche a decine di metri, sembrano lasciare pochi dubbi all’immaginazione.
A qualche metro di distanza sono attraccate le barche dei pescatori, i quali rappresentano attualmente la categoria che sta maggiormente risentendo di un tale stato di cose. Tra qualche settimana, però, con l’avvio della nuova stagione turistica, tutto l’indotto ruotante attorno al porto di Tropea dovrà fare i conti con questa situazione.