Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Sinfonia di santità.
La santità è per tutti, la santità è di tutti: Gioite ed esultate!” – “Gaudete et exsultate” è il nome dell’esortazione apostolica firmata da Papa Francesco nel giorno di san Giuseppe, 19 marzo, e presentata nella solennità dell’Annunciazione del Signore che quest’anno 2018 è stata trasferita al 9 aprile. Un invito gioioso a vivere la santità nel mondo di oggi. – Santi sì, ma non «superuomini» o «perfetti». Semplicemente persone comuni — mariti e mogli, genitori e nonni, lavoratori, consacrati e consacrate — che «non hanno paura di puntare in alto» e ogni giorno si lasciano «amare e liberare da Dio», trasformando la propria vita in una continua «missione» al servizio degli altri. – È la santità «della porta accanto», quella di coloro che «vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio».
♦ L’esortazione apostolica Gaudete et exsultate, firmata da Papa Francesco nel giorno di san Giuseppe e presentata lo scorso 9 aprile 2018, giorno in cui per quest’anno è stata trasferita solennità dell’Annunciazione del Signore, è un testo sorprendente. Un testo che non ha le pretese di un manuale teologico o il tono di un trattato dottrinale, ma piuttosto la familiarità di un vademecum che vuole accompagnare chi non si rassegna ad un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente, e aspira alla vera vita, alla felicità per la quale siamo stati creati.
♥ «Non c’è che una tristezza, quella di non essere santi» ripete papa Francesco citando León Bloy e ricordando che la santità non rende l’uomo meno umano perché è l’incontro della debolezza con la forza della grazia.
Da qui il punto di partenza: la «chiamata» è sempre un messaggio che Dio vuole dire al mondo attraverso una persona che offre la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova. Anche attraverso piccoli gesti, come fare la spesa o fermarsi per strada con un povero: perché la santità è essenzialmente «compiere azioni ordinarie in un modo straordinario».
♦ Papa Francesco mette in guardia da «due sottili nemici» che oggi complicano la vita della Chiesa e la fermano nel suo cammino verso la santità: lo gnosticismo, che si ferma ad una forma di conoscenza spiritualistica e misticheggiante, e il pelagianesimo, secondo cui la volontà dell’essere umano è da sola in grado di scegliere ed attuare il bene, senza necessità della grazia.
♥ La santità è chiamata di Dio e risposta libera dell’uomo, come risulta dalla sequenza delle beatitudini riproposte da Papa Francesco come «carta d’identità del cristiano» e declinate come un programma di vita per raggiungere la santità: «Sono poche parole, semplici ma pratiche e valide per tutti, perché il cristianesimo è fatto soprattutto per essere praticato».
♥ All’interno del «grande quadro» delle beatitudini» il Papa suggerisce alcune caratteristiche della santità nel mondo attuale: pazienza e mitezza; senso dell’umorismo; audacia e fervore; vita comunitaria; preghiera assidua.
♥ Ma non sempre è tutto facile: occorrono ogni giorno atteggiamenti di combattimento e di vigilanza: due atteggiamenti che il cristiano è chiamato a far propri invocando il dono del discernimento per non cedere alle lusinghe del Maligno. Infatti il Maligno non è «un mito» o «un’idea», ma «un essere personale» al quale possiamo resistere solo grazie alle potenti armi della vita spirituale e della grazia sacramentale.
♥♥ La Chiesa non rifiuta i peccatori, li accoglie e li invita a lasciarsi contagiare dalla santità di Dio. I santi non sono superuomini, né sono nati perfetti, ma sono come ognuno di noi: essi hanno vissuto una vita normale, ma hanno conosciuto l’amore di Dio e lo hanno seguito con tutto il cuore, senza condizioni e ipocrisie.
Occorre perciò abbandonate l’idea dei santi con “la faccia da immaginetta” e pensare seriamente che ogni stato di vita porta alla santità, sempre!
♥ La gioia è il tratto distintivo dei santi, in contrapposizione alla “faccia da funerale” mostrata da alcuni cristiani che non vivono bene la loro fede.
(fonte: cf Osservatore Romano, 9 aprile 2018).