Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Si impara anche da un dente.
Anche dal dentista si può imparare a vivere bene. E’ capitato a tutti di farsi estrarre un dente adato a male. Il dentista ha cercato di salvarlo con ripetute otturazioni… Poi è giunto il momento di estrarlo. E stando “sotto i ferri” del dentista ognuno di noi ha imparato che bisogna mettere mano alla radice: devitalizzare la cattiva radice.
E così è anche per lo spirito.
Il mio dentista, dovendo curarmi un dente, mi avverte che prima è necessario devitalizzarlo, facendone morire la radice.
Quindi decide per l’anestesia.
Una spruzzatina per addormentare la gengiva, seguita a breve distanza da una iniezione. Convinto di aver addormentato la parte, attacca il trapano… ma un salto sulla sedia gli fa capire di dover aumentare la dose di anestesia.
Per ovviare all’eccezionale sensibilità del dente era necessaria una massiccia dose di anestesia.
Dopo aver fatto morire la radice, gli è stato possibile intervenire.
Riflettevo: la radice del mio io è così dura a morire? Finché non rinuncio del tutto a me stesso, Dio non può fare il trapianto del cuore nuovo.
Lui gradualmente ci anestetizza; compie i suoi interventi invitandoci a prendere le croci di ogni giorno; ogni giorno ci mette nelle condizioni di rinnegare noi stessi. Lui sa usare le dosi necessarie fino alla morte totale del nostro egoismo.
Allora, sulla cenere del nostro io, può nascere Dio. Morta la radice dell’orgoglio, lui può fare di noi un altro Gesù.
(da Andrea Panont, Il giardino della vita).