Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Si chiude il Giubileo della Misericordia.
Si chiude il Giubileo della Misericordia nel segno di Cristo Re di pace e di amore. La Croce è il “distintivo” della regalità di Gesù. Il Cristo crocifisso non ha cariche onorifiche, né dignità, né segni particolari, né potere umano di nessuna sorta. Eppure egli ha un potere infinito, quello sulla vita e sulla morte. beati quelli che lo hanno incontrato e lo incontreranno ancora! – Finisce il Giubileo, ma la Misericordia di Dio non finisce mai!
♦ Oggi Papa Francesco conclude l’Anno Santo straordinario della misericordia nella solennità di Cristo Re dell’Universo, domenica 20 novembre. Iniziato l’8 dicembre 2015, questo Anno è stato ricco di appuntamenti ecclesiali. Per ricordarlo negli anni a venire, il Pontefice ha invitato a costruire un “monumento” in ogni diocesi, un’opera strutturale di misericordia: un ospedale, una casa per anziani, per bambini abbandonati, una scuola dove non ci fosse, una casa per recuperare i tossicodipendenti.
♦ Sarebbe un modo per lasciare come un ricordo vivente, un’opera di misericordia concreta, una “piaga di Gesù vivente”, come Papa Bergoglio ha detto, nella veglia di preghiera presieduta in piazza San Pietro, sabato pomeriggio 2 aprile, nella vigilia della festa della Divina misericordia e nell’XI anniversario della morte di san Giovanni Paolo II.
♦ L’Anno Santo è stata un’occasione importante per riscoprire il Volto compassionevole di Cristo e per mettere l’accento sulla necessità di esprimere con le opere concrete la misericordia professata a parole. Solidarietà e amore verso i fratelli che devono coniugarsi con la tutela e la salvaguardia del creato, come ha sottolineato ancora Papa Francesco nella sua enciclica “Laudato sì’”. L’Anno Santo, infatti, dovrebbe lasciare ai posteri anche un “messaggio” ecologico per testimoniare che la terra è strettamente solidale con l’uomo che per primo deve rispettarla. (Nicola Gori)
Dal Vangelo di questa domenica (Lc 23,35-43)
In quel tempo, dopo che ebbero crocifisso Gesù, il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Con lo sguardo rivolto a Cristo
♦ Alla fine dell’anno liturgico siamo invitati a fissare lo sguardo su Gesù, re dell’universo.
Il cammino fatto, di domenica in domenica, ci conduce a rendere feconda nella vita della Chiesa, e in quella personale, la signoria di Gesù e la sua potenza di risurrezione.
♥ Oggi siamo sollecitati a guardare a Gesù con lo sguardo del ladrone che muore in croce confessando la sua fede. Sulle sue labbra c’è la più alta professione di fede in Luca, perché egli affida la sua vita a un uomo che sta morendo insieme a lui e come lui.
♥ Ecco la sua fede: intuisce che Gesù ci salva non salvando se stesso, ma donando la sua vita per tutti.
Cristo regna attraverso il dono della propria vita nell’amore. In Lui si rivela una regalità del tutto diversa da quella del mondo.