Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Settimana di preghiera e gentilezza.
– La Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani di questo anno, che si apre oggi, ha un tema accattivante:“Ci trattarono con gentilezza” (Atti degli Apostoli 28, 2): una storia di divina provvidenza e al tempo stesso di umana accoglienza. Ce la propongono le Chiese cristiane di Malta e Gozo, che hanno preparato il materiale della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno.
– Una storia riportata alla fine del libro degli Atti degli Apostoli e ambientata proprio a Malta e sul mare tempestoso che la circonda.
– Alla gentilezza e accoglienza di ieri si contrappone l’indifferenza di oggi; l’indifferenza di chi, di fronte all’attuale crisi migratoria, si volta a guardare dall’altra parte. E non riguarda solo Malta, ma i tanti Paesi che si trovano nel crocevia delle migrazioni di popoli.
– Il racconto biblico degli Atti degli Apostoli ci interpella come cristiani che insieme affrontano la crisi relativa alle migrazioni: siamo collusi con le forze indifferenti oppure accogliamo con umanità, divenendo così testimoni dell’amorevole provvidenza di Dio verso ogni persona?”.
Il naufragio raccontato dagli Atti degli Apostoli (27,33-28,10).
♦ Fino allo spuntare del giorno Paolo esortava tutti a prendere cibo dicendo: «Oggi è il quattordicesimo giorno che passate digiuni nell’attesa, senza mangiare nulla. Vi invito perciò a prendere cibo: è necessario per la vostra salvezza. Neanche un capello del vostro capo andrà perduto».
Detto questo, prese un pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare. Tutti si fecero coraggio e anch’essi presero cibo.
Sulla nave eravamo complessivamente duecentosettantasei persone. Quando si furono rifocillati, alleggerirono la nave gettando il frumento in mare.
♦ Quando si fece giorno, non riuscivano a riconoscere la terra; notarono però un’insenatura con una spiaggia e decisero, se possibile, di spingervi la nave. Levarono le ancore e le lasciarono andare in mare. Al tempo stesso allentarono le corde dei timoni, spiegarono la vela maestra e, spinti dal vento, si mossero verso la spiaggia.
Ma incapparono in una secca e la nave si incagliò: mentre la prua, arenata, rimaneva immobile, la poppa si sfasciava sotto la violenza delle onde.
♦ I soldati presero la decisione di uccidere i prigionieri, per evitare che qualcuno fuggisse a nuoto; ma il centurione, volendo salvare Paolo, impedì loro di attuare questo proposito. Diede ordine che si gettassero per primi quelli che sapevano nuotare e raggiungessero terra; poi gli altri, chi su tavole, chi su altri rottami della nave. E così tutti poterono mettersi in salvo a terra. Una volta in salvo, venimmo a sapere che l’isola si chiamava Malta.
♥ Gli abitanti ci trattarono con rara umanità; ci accolsero tutti attorno a un fuoco, che avevano acceso perché era sopraggiunta la pioggia e faceva freddo.
♦ Mentre Paolo raccoglieva un fascio di rami secchi e lo gettava sul fuoco, una vipera saltò fuori a causa del calore e lo morse a una mano.
Al vedere la serpe pendergli dalla mano, gli abitanti dicevano fra loro: «Certamente costui è un assassino perché, sebbene scampato dal mare, la dea della giustizia non lo ha lasciato vivere».
Ma egli scosse la serpe nel fuoco e non patì alcun male.
Quelli si aspettavano di vederlo gonfiare o cadere morto sul colpo ma, dopo avere molto atteso e vedendo che non gli succedeva nulla di straordinario, cambiarono parere e dicevano che egli era un dio.
♥ Là vicino vi erano i possedimenti appartenenti al governatore dell’isola, di nome Publio; questi ci accolse e ci ospitò con benevolenza per tre giorni.
Avvenne che il padre di Publio giacesse a letto, colpito da febbri e da dissenteria; Paolo andò a visitarlo e, dopo aver pregato, gli impose le mani e lo guarì.
♥ Dopo questo fatto, anche gli altri abitanti dell’isola che avevano malattie accorrevano e venivano guariti.
Ci colmarono di molti onori e, al momento della partenza, ci rifornirono del necessario.
«Ci trattarono con gentilezza».
♥ Il tema di riflessione per la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani di quest’anno si ispira a questo testo degli Atti degli Apostoli (28,2): «Ci trattarono con gentilezza» (espressione che viene anche resa: «Ci trattarono con rara umanità»).
Si tratta del brano in cui viene descritta la premura con cui l’apostolo Paolo e i suoi compagni di viaggio sono accolti sull’isola di Malta dopo il loro naufragio. La scelta di questo brano è stata effettuata perciò proprio dalle Chiese di Malta e Gozo, che ne conservano il ricordo.
♥ La narrazione presenta con drammaticità lo spavento terrificante che suscita lo scatenarsi degli elementi atmosferici. I passeggeri sono in balìa delle forze del mare e di una furiosa tempesta che li trascina verso un territorio sconosciuto, dove rischiano di perdersi senza più speranza.
♥ Però l’accoglienza ai naufraghi mediante l’inusuale gentilezza degli isolani offre a Paolo l’opportunità di ricambiare il loro gesto, operando alcune guarigioni e favorendo il loro incontro con Cristo e il Vangelo.
♥ Nel dialogo ecumenico, papa Francesco esorta anche tutti noi a mettere la nostra fede al servizio di un’autentica “cultura dell’incontro”, privilegiando i rapporti fraterni più che le discussioni a livello accademico.
♥ Egli ci invita a cogliere le dimensioni “fraterne” dell’ecumenismo, come l’ecumenismo del sangue (il martirio), che è vissuto indistintamente nelle diverse confessioni cristiane, e l’ecumenismo del povero (la carità), nel quale è presente Cristo.
♥ L’augurio per tutti noi e per le nostre Chiese è di rafforzare l’accoglienza cristiana e viverla con i gesti del Vangelo.
(fra Giacomo Puglisi in la domenica.it)