E ancora senza un nome luomo trovato morto nel 1991 a Parghelia (VV)
Il valore della vitaNonostante siano trascorsi diversi anni dal ritrovamento di un cadavere
in una spiaggia del litorale tirrenico calabrese, un ex carabiniere chiede la
collaborazione di chiunque possa riconoscerlo per non lasciarlo "ignoto in
eterno".
di Bruno Cimino - foto Salvatore Libertino
Tropea - Il 17 aprile del 1991 il corpo
inerme di un uomo giaceva in balia delle piccole onde che accarezzavano la battigia della
spiaggia di Parghelia, piccolo Comune del vibonese.
Qualcuno lo vede e telefona ai carabinieri della centrale di Tropea, i quali si recano sul
posto. Prelevato il cadavere e trasportato allobitorio dellospedale civile
tropeano, il medico che ne certifica il decesso, opta per un arresto cardiaco.
Lo sciagurato non ha con sé alcun documento, iniziano quindi le ricerche per
lidentificazione. Ma è tutto inutile. La carta stampata dedica qualche trafiletto
nella cronaca locale limitandosi alla notizia del ritrovamento. Porte chiuse alla RAI, la
trasmissione "Chi lha visto?" non va oltre la notizia e
"consente" appena un accenno. Insomma, in breve la pratica viene archiviata.
Per il nostro sistema sociale, evidentemente uno sconosciuto può rimanere tale per
sempre.
Ma un cittadino, a volte però, può fare la differenza tra la prassi da protocollo e il
senso civico, decidendo di chiedere al nostro giornale di interessarci del caso.
Il cittadino in questione è un pensionato, si chiama Antonio Reale e allepoca del
ritrovamento era stato uno dei carabinieri intervenuti sul posto dove giaceva il cadavere
dello sconosciuto. "Non è giusto - ci ha detto - che quel poveraccio debba
rimanere senza nome. Per me - ha aggiunto - è come se avessi ancora un dovere da
compiere".
Siamo daccordo con lex carabiniere e non possiamo fare a meno di chiederci
come sia stato possibile che nessun parente ne abbia denunciato la scomparsa. E qualora ci
fosse anche stata questa denuncia ci sembra strano che non esista un organismo che operi
in sinergia, interagendo cioè simultaneamente con uomini e tecnologie per la risoluzione
di questi casi.
La domanda è ovvia: se il valore della vita vogliamo che sia inestimabile, da che cosa lo
deduciamo?
Di quel poveruomo possiamo dire, su queste pagine, quanto rilevato
allepoca: "persona dallaspetto distinto, barba e baffi rasi, età di
55-60 anni, altezza 1,75, corporatura atletica, ben vestito, con un giubbotto nero di
cotone, maglione a girocollo di colore granato, camicia felpata di colore grigia e
marrone, pantaloni verdi taglia 52, calzini di lana colore granato, senza scarpe, segni
particolari: cicatrice post-operatoria regione lombare da probabile intervento
discale".
Il Comune di Parghelia ha provveduto a dare degna sepoltura alla sconosciuto.
Noi, come lex carabiniere, chiediamo collaborazione, ricordando che anche un minimo
indizio potrebbe essere utile per risalire allidentificazione.
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