Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
San Gerardo, santo della Misericordia.
Oggi, 16 ottobre 2016 a Roma verranno canonizzati 5 Beati, testimoni della Misericordia. Ma oggi è anche la festa di un bel Santo della Misericordia: Gerardo Majella. E questa nostra rubrica lo vuole ricordare con poche linee: La rivoluzione della Misericordia nei piccoli gesti. – Papa Francesco mercoledì 12 ottobre scorso nella catechesi giubilare ha detto: “Essere misericordiosi come il Padre è un impegno che interpella la coscienza e l’azione di ogni cristiano. Non basta fare esperienza della misericordia di Dio, ma, chiunque ne riceve, deve diventarne anche segno e strumento per gli altri, non solo in momenti particolari ma in ogni istante della nostra esistenza quotidiana. È il Vangelo stesso a indicare le opere di misericordia corporale, definite dal Papa il “testamento di Gesù”. E le vite dei Santi sono una miniera di opere di Misericordia.
Carità senza limiti di San Gerardo
♦ Mentre si trovava a Napoli (dopo che la calunnia era stata smascherata) Gerardo prese a visitare l’ospedale degli Incurabili, dove si accatastavano i mali più ripugnanti che non trovavano rimedi nell’arte sanitaria. Il vasto cortile era abitato dagli infermi di mente: una folta colonia che versava nelle peggiori condizioni morali.
♦ Gli infelici, gettati alla rinfusa in ambienti malsani, a contatto solo con infermieri aguzzini, finivano per perdere le ultime tracce della loro umanità, ed offrivano lo spettacolo della depravazione più immonda.
♥ Fu merito eccezionale di Gerardo l’aver compreso la capacità di redenzione di quegli sventurati e l’aver tentato efficacemente la tattica della carità per penetrare nei loro cuori.
Passava con disinvoltura dall’uno all’altro, con uno scherzo, un saluto, un incoraggiamento. Presto si formavano intorno a lui capannelli di nasi all’aria e di bocche semiaperte: ascoltavano, ridevano, ripetevano le sue parole, le sue preghiere, i suoi segni di croce.
♥ Fra una preghiera e l’altra, scivolava leggero tra i gruppi, affondando la mano nei tasconi rigonfi e tirandone fuori dei dolci. Gioiva quando quei poveri infermi schioccavano rumorosamente la lingua e stendevano ancora la mano.
♥ Alla fine, prendeva il crocifisso e con gesti e parole alla buona li esortava a picchiarsi il petto, ad alzare gli occhi al cielo. Dava anche immagini di santi e le baciava alla loro presenza invitandoli a fare lo stesso.
Ed essi parlavano tutti insieme: “Padre mio, tu ci consoli! Vogliamo star sempre con te. Non lasciarci più! Hai una bocca di paradiso!”