La “Caretta caretta” affidata ad un “Centro Recupero Tartarughe Marine”
Un lungo filo la teneva prigioniera degli scogli impedendogli di potersi muovere liberamente
Aveva un grosso amo conficcato nel piastrone e un lungo filo che la teneva prigioniera degli scogli, impedendogli di potersi muovere liberamente nel suo habitat naturale. Se Nicola Lorenzo, giovane tropeano con la passione per le immersioni, non fosse intervenuto tempestivamente, del bell’esemplare di tartaruga della specie caretta caretta, in evidente stato di difficoltà, avremmo dovuto raccontare un’altra storia.
E invece, nella splendida cornice del tratto di mare tra il lido Azzurro e il lido Calypso – una delle zone più gettonate dai vacanzieri della costa degli Dei – la tartaruga è stata portata a riva e consegnata, grazie alla fattiva collaborazione di Nunzio Muscia, alla delegazione della Capitaneria del porto di Tropea, che si è subito attivata per poter consegnare l’animale alle prime cure.
Successivamente, la caretta caretta è stata affidata al “Centro Recupero Tartarughe Marine” . Una bella storia quella che ha visto protagonisti i due tropeani e la Capitaneria di porto di Tropea, ma che deve far riflettere in quanto questa specie di tartaruga, appunto la caretta caretta, è a rischio di estinzione. Ogni anno nel Mediterraneo le reti a strascico, gli ami, le reti fisse causano la morte di migliaia di esemplari. Si stima che ogni peschereccio può arrivare a catturare involontariamente fino a circa venti tartarughe in una sola battuta di pesca. La caretta caretta ama nidificare sulle spiagge italiane e Legambiente, già nel 2016, aveva contato circa 60 nidi, di cui la metà concentrati in Calabria.