Fede e dintorni

Sacerdoti ortodossi russi per la pace

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Sacerdoti ortodossi russi per la pace.

-In merito alla guerra scoppiata tra Russia e Ucraina, molti si sono domandati come mai non si sono sentiti appelli alla pace da parte di autorità religiose ortodosse russe. Oggi segnaliamo un servizio del web vaticano vaticannews sulla iniziativa di un gruppo di sacerdoti ortodossi russi.
– Un gruppo di 233 chierici della Chiesa ortodossa russa ha fatto un appello pubblico nel quale essi chiedono che “nessun appello alla pace dovrebbe essere respinto”. E sottolineano la necessità della riconciliazione, del perdono, del dialogo e la piena consapevolezza che non può esserci spazio per la violenza.
– Nel loro appello per la pace c’è anche l’augurio a tutti i soldati, russi e ucraini, di tornare illesi a casa.
– Pressante l’invito al dialogo, perché “solo la capacità di ascoltare l’altro può dare la speranza di una via d’uscita dall’abisso in cui i nostri Paesi sono stati gettati in pochi giorni”. 

Compassione per le sofferenze.
“Piangiamo il calvario a cui nostri fratelli e sorelle in Ucraina sono stati immeritatamente sottoposti”.
Un gruppo di 233 sacerdoti e diaconi della Chiesa ortodossa russa ha lanciato un forte appello a tutti coloro dai quali dipende la fine della guerra in Ucraina, definita “fratricida”, chiedendo la riconciliazione e un immediato cessate-il-fuoco.
L’appello è arriva dopo la domenica del Giudizio Universale e nella settimana che precede la domenica del Perdono, secondo la liturgia ortodossa.

Il Giudizio Universale.
Nel ricordare che la vita di ogni persona è un dono unico e inestimabile di Dio, i sacerdoti e i diaconi hanno sottolineato come il Giudizio Universale attenda tutti.
“Nessuna autorità terrena, nessun medico, nessuna guardia – si legge – ci proteggerà da questo giudizio.
 Preoccupati per la salvezza di ogni persona che si considera un figlio della Chiesa ortodossa russa, non vogliamo che arrivi a questo giudizio, portando il pesante fardello delle maledizioni materne.
Ricordiamo che il sangue di Cristo, versato dal Salvatore per la vita del mondo, sarà ricevuto nel sacramento della Comunione da coloro che danno ordini omicidi, non per la vita, ma per il tormento eterno”.

L’augurio ai soldati.
Nell’appello fatto c’è un pensiero per chi oggi combatte questa guerra, per i soldati. Un augurio “a tutti, sia russi che ucraini, di tornare illesi alle loro case e famiglie.
“Ci rattrista pensare all’abisso che i nostri figli e nipoti in Russia e Ucraina dovranno colmare per ricominciare ad essere amici, a rispettarsi e ad amarsi”.
Quindi hanno espresso la ferma convinzione che il popolo ucraino debba essere artefice delle proprie scelte in modo libero, “non sotto il mirino delle mitragliatrici, senza pressioni dall’Occidente o dall’Oriente”.

La riconciliazione.
In attesa della Domenica del Perdono, i 233 sacerdoti e i diaconi della Chiesa ortodossa russa hanno ricordano che “le porte del cielo saranno aperte a tutti, anche a coloro che hanno peccato pesantemente, se chiederanno perdono a coloro che hanno disprezzato, insultato o ucciso per mano loro o per loro volere”.
Hanno evidenziato che non c’è nessuna alternativa alla riconciliazione reciproca: Con l’augurio di iniziare la Quaresima in uno spirito di fede, speranza e amore, il messaggio si conclude ribadendo come “nessun appello non violento per la pace e la fine della guerra dovrebbe essere respinto con la forza e considerato come una violazione della legge, perché questo è il comandamento divino: Beati gli operatori di pace”.
♥  Da qui l’invito al dialogo, perché “solo la capacità di ascoltare l’altro può dare la speranza di una via d’uscita dall’abisso in cui i nostri Paesi sono stati gettati in pochi giorni”.
(fonte: cf vaticannews.it, 02 marzo 2022).

Nota storica: la tensione religiosa tra Russia e Ucraina.
La tensione tra Russia e Ucraina si ritrova anche nella divisione tra le chiese ortodosse dei due Paesi. La situazione ha cominciato a peggiorare nel 2014, con l’annessione russa della Crimea.
Nel 2018 il «Concilio di unificazione» riunito a Kiev ha sancito la nascita di una Chiesa ortodossa nazionale ucraina autocefala,ovvero indipendente dal Patriarcato di Mosca.
Il riconoscimento della Chiesa ucraina da parte del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo ha rappresentato una grande spaccatura nel mondo ortodosso. Il patriarca di Mosca Kirill ha parlato di «pseudo-concilio» e di «scismatici ucraini».

In merito alla guerra scoppiata tra Russia e Ucraina, un gruppo di 233 chierici della Chiesa ortodossa russa ha fatto un appello pubblico nel quale essi chiedono che “nessun appello alla pace dovrebbe essere respinto”. E sottolineano la necessità della riconciliazione, del perdono, del dialogo e la piena consapevolezza che non può esserci spazio per la violenza. Nel loro appello per la pace c’è anche l’augurio a tutti i soldati, russi e ucraini, di tornare illesi a casa. Pressante l’invito al dialogo, perché “solo la capacità di ascoltare l’altro può dare la speranza di una via d’uscita dall’abisso in cui i nostri Paesi sono stati gettati in pochi giorni”.

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