Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Sacerdote cattolico, figlio di un musulmano, e Charlie.
Partendo dalla testimonianza di suo padre Adel, arrivato dall’Egitto – scomparso nel 2013 a causa di una grave malattia – il sacerdote cattolico don Nur El Din Nassar di padre musulmano e madre cristiana, commenta l’attentato compiuto a Parigi contro il settimanale satirico Charlie. La sua “piccola” storia è una fresca goccia di speranza in questo mondo di violenza.
Io non sono Charlie, e non ho mai amato e condiviso la sua satira. Però sono contento della libertà alla quale crediamo, anche con idee su di essa molto diverse.
Sono contento che possiamo vivere assieme io e Charlie, che possiamo discutere e anche graffiarci con le parole, ma nessuno dei due calpesterà mai l’altro e nemmeno si azzarderà a spegnere la vita dell’altro. Io non sono per nulla Charlie, ma sono orgoglioso di una cultura conquistata a fatica che ci permette di vivere nella stessa casa.
Mai rispondere con la violenza, me lo ha insegnato mio padre, a cui Charlie non piaceva per niente. Mio padre non ha mai sopportato le vignette di Charlie, ma non avrebbe mai accettato qualsiasi giustificazione anche solo a togliere un capello a Charlie.
Mio padre mi ha insegnato il rispetto e ha compiuto la sua vita senza mai un gesto violento, una parola violenta. È venuto in Italia e non solo ha rispettato questo Paese e la sua gente, ma l’ha amata, è stato un buon cittadino.
Io non sono Charlie, e qualche volta – pensando a mio padre – quelle vignette mi hanno ferito (non capisco il collegamento tra islam e terrorismo), però è stato assolutamente sbagliato quello che ti hanno fatto, Charlie.
Pregherò per te, Charlie, e mi mancherai nella nostra casa Europa…
don Nur El Din Nassar
(tratto da vinonuovo.it, 11 gennaio 2015).
Bibbia. Vangelo di Giovanni.
“Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore”. (cap. 10, 14-16).