Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Sabato Santo in tempo di coronavirus.
– Anche questo Sabato Santo è inedito per la vita dei nostri fedeli. In questo giorno del grande silenzio si usa celebrare i santi misteri che ripropongono la Passione e morte di Cristo, e le tradizioni popolari correlate, in attesa di cantare l’Alleluja della notte di Pasqua. Sabato santo: tutto è silenzio in attesa della Resurrezione.
– Quanto tempo restò sepolto nel sepolcro Gesù? Furono tre giorni non interi: in tutto circa 40 ore. Dal conto di queste ore nacquero le Sacre Quarantore, per rivivere, durante l’anno, nella esposizione solenne della Eucaristia, il silenzio di Gesù nel sepolcro.
– Questo sabato è il giorno del grande silenzio, perché il Re “dorme” nel sepolcro. – I riti popolari tradizionali vedono protagonista la Madonna Addolorata (o desolata) che piange il suo Figlio Gesù: riti mesti ma ormai proiettati verso la Risurrezione.
1. Preghiera in questo particolare sabato.
♦ O Dio, ci rivolgiamo a te nel giorno in cui tuo Figlio è disceso agli inferi per liberare dalla morte l’intera umanità. Noi ti lodiamo con quanti avevano preceduto il tuo Figlio nella morte e sono stati visitati da lui disceso agli inferi per ridare a loro la vita.
♥ Guarda agli uomini e alle donne del nostro mondo che attendono di essere liberati dalla minaccia di morte di questa pandemia e concedi a quanti sono morti di partecipare alla gloria dei figli di Dio nella luce eterna. Amen.
2. Momenti di meditazione
Antica Omelia sul Sabato Santo. (da leggere, meditare e pregare).
♦ Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.
Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
♥ Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: “Sia con tutti il mio Signore”. E Cristo rispondendo disse ad Adamo: “E con il tuo spirito”. E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
♥ Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effigie, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
♥ Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce.
♥ Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati.
Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
♥ Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli”.
L’Ora della Madre
♦ In tante chiese in questo giorno per tradizione si usa celebrare (ma non oggi, 2020) «L’Ora della Madre», una celebrazione che fa rivivere il dolore e la fede suprema di Maria nell’attesa della risurrezione del Signore.
♦ Il Sabato Santo infatti è davvero l’«Ora» della Madre, vertice del suo lungo cammino di fede: ai piedi della Croce Ella stette, quale nuova Eva, associandosi al sacrificio del Figlio e accogliendo come figli tutti gli uomini redenti dal suo Sangue divino.
Quando poi i discepoli, la sera del Venerdì Santo, posero Gesù nel sepolcro, la sua fede non venne meno, né venne meno la sua indissolubile unione col Figlio Redentore. Anzi, solo in lei stette in quell’Ora la fede di tutta la Chiesa, in lei si raccolsero le speranze del mondo. Perciò è la Madre della nostra fede.
♦ Questa celebrazione mariana si svolge a Santa Maria Maggiore in Roma e in tante altre chiese d’Italia e del mondo il mattino del Sabato Santo. Trova ispirazione nella liturgia bizantina, che canta davanti all’icona di Cristo sepolto i lamenti della Madre sul Figlio ucciso e la sua ansia di vederlo ritornare vivo dai morti.
♥ Così, l’ «Ora» della Madre, celebrata nel Sabato Santo, è la più adatta e significativa preparazione a vivere la grande Veglia pasquale del Signore che risorge glorioso.
3. La celebrazione della veglia pasquale
♦ Questa notte, la “Veglia Pasquale”, decurtata e celebrata a porte chiuse, è prevista nelle chiese cattedrali principalmente e poi in molte parrocchie che si affidano alla trasmissione in diretta streaming per rimanere in contatto con i proprio fedeli. Per tutti, poi ci sono le dirette in TV accompagnate da opportuni commenti liturgici e pastorali.
♦ La Veglia ha inizio nella notte del sabato; ma di fatto appartiene alla Liturgia solenne della Pasqua.
♦ Durante la “Veglia”, quest’anno, non verrà benedetto il fuoco, la preparazione del ‘cero pasquale’ è più breve, la serie di letture bibliche più contenuta. Si benedice solo l’acqua lustrale e non quella per i battesimi. Il canto del ‘Gloria’, con il suono delle campane a festa, porta l’annunzio della Risurrezione di Cristo.
4. Rivisitando alcuni racconti popolari sulla passione di Gesù.
La fantasia popolare che racconta la passione di Gesù e la tramanda ai piccoli si è sempre rivestita di tenerezza. Chi di noi non ricorda le belle storie che avvicinavano fenomeni della natura alla tragedia della morte del Figlio di Dio. Troviamo ciò anche nel vangelo: “A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Ecco tre graziose leggende: ci invitano ad avere sentimenti di compassione.
La leggenda del salice.
Gesù saliva verso il Calvario, portando sulle spalle piagate la croce pesante. Sangue e sudore scendevano a rigare il volto santo coronato di spine.Vicino a Lui camminava la Madre, insieme ad altre pie donne.
Gli uccellini, al passaggio della triste processione, si rifugiavano, impauriti, tra i rami degli alberi.
Ad un tratto Gesù stramazzò al suolo. Due soldatacci, armati di frusta, si precipitarono su di Lui, allontanando la Madre, che tentava di rialzarlo “Su, muoviti! E tu, donna, stàttene da parte.”
Gesù tentò di rialzarsi, ma la croce troppo pesante glielo impedì. Era caduto ai piedi di un salice … Cercò inutilmente di aggrapparsi al tronco. Allora l’albero pietoso chinò fino a terra i suoi rami lunghi e sottili perché potesse, afferrandosi ad essi, rialzarsi con minor fatica.
Quando Gesù riprese il faticoso cammino, l’albero rimase coi rami pendenti verso terra: perciò fu chiamato «Salice Piangente».
La leggenda del melograno.
Gesù saliva faticosamente la via del Calvario. Dalla sua fronte trafitta di spine cadevano gocce di sangue.
Gli Apostoli, timorosi, seguivano Gesù da lontano, per non farsi vedere; ed uno di essi, quando il triste corteo era passato, raccoglieva i sassolini arrossati, dal sangue benedetto di Gesù e li metteva in un sacchetto. A sera gli Apostoli si radunarono tutti tristi nel Cenacolo; l’apostolo pietoso trasse di tasca il sacchetto per mostrare ai compagni le reliquie del sangue di Gesù; ma nel sacchetto trovò un frutto nuovo, dalla buccia spessa ed aspra dentro alla quale erano tanti chicchi, rossi come il sangue di Gesù. Era nato il melograno.
La leggenda del pettirosso.
Gesù era sulla Croce. Le spine della corona che stringeva la fronte si conficcavano nelle sue bianche carni facendo uscir grosse gocce di sangue. Un uccellino, che volava poco distante, vedendo la sofferenza di Gesù, sentì tanta pietà per Lui. Gli si avvicinò con un leggero pispiglio.
Cosa disse l’uccellino? Forse rimproverò gli uomini di essere stati cattivi, forse, rivolse a Gesù tenere parole di consolazione. Poi tentò di portargli aiuto e, col becco tolse alcune di quelle spine che lo torturavano. Le piume dell’uccellino caritatevole si macchiarono di rosso. L’uccellino conservò, come prova di amore, quelle gocce di sangue sul suo cuoricino. Gli uomini vedendolo lo chiamarono «pettirosso». Ancora oggi tutti gli uccellini che appartengono alla famiglia dei pettirossi hanno sul petto qualche piumetta sanguigna.