Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Rubava in chiesa per sfamare la famiglia.
– Una storia dei nostri giorni. Un uomo rubava in chiesa per sfamare la famiglia. Il parroco e i carabinieri lo aiutano. Al santuario della Madonna dell’Angelo a Caorle (Venezia), dopo accurate indagini i carabinieri hanno scoperto che lo stesso uomo aveva colpito 14 volte, raggranellando mille euro. Padre di un bambino nato da poco l’uomo si è dichiarato ladro per necessità, non avendo come sfamare la famiglia.
– E qui la storia diventa bella, perché sia il parroco che i carabinieri si danno da fare per far ottenere all’uomo in necessità una soluzione dignitosa. È stato condotto in Comune per un sussidio e gli è stato trovato un lavoro per l’estate.
– Una volta Papa Francesco fece una battuta sui ladri, se possano o no andare in Paradiso: diversa è la situazione del miserabile che ruba una mela perché affamato e quella del ricco che depreda il povero.
– Viene da dire: tutti gli empi sono peccatori, ma non tutti i peccatori sono empi. Ladro non è il miserabile che si appropria del necessario per sopravvivere; ladro è il ricco che depreda il povero del necessario. E noi saremo giudicati su quello che abbiamo fatto o non fatto per i poveri. «Avevo fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25).
♥ – Il giorno in cui la mamma di santa Rosa da Lima la rimproverò di accogliere in casa poveri e infermi, la santa senza esitare le disse: « Quando serviamo i poveri e i malati, serviamo Gesù. Non dobbiamo lasciar mancare l’aiuto al nostro prossimo, perché nei nostri fratelli serviamo Gesù ». E su questo, sembra che il “senso dei fedeli” concordi felicemente con la vera dottrina cattolica.
♦ ♦ ♦
Un’ordinaria vicenda di cronaca nera si è trasformata in una storia a lieto fine. L’avevano preso dopo settimane di appostamenti e registrazioni video, ma quando hanno scoperto che si trattava di un padre costretto dalla crisi a rubare in chiesa per sfamare la famiglia, è scattata la solidarietà, che ha fatto cadere le denunce e gli ha permesso di riavere un lavoro dignitoso.
♦ La vicenda è avvenuta a Caorle, storica località balneare del litorale veneziano, dove per settimane le cassette delle offerte delle chiese erano sistematicamente svuotate. Il parroco del paese, don Danilo Barlese, ha sporto denuncia alla locale stazione dei carabinieri, che hanno avviato le indagini.
♦ Dall’inizio dell’anno erano 14 i colpi messi a segno dal solito ignoto, nel Santuario della Madonna dell’Angelo, nel vicino Duomo di Santo Stefano e nella chiesetta della Madonna del Rosario di Pompei, in mezzo alle case del borgo storico.
♦ Sono quindi partite le indagini dei carabinieri della stazione, comandata dal maresciallo Francesco Lambiase, che hanno esaminato i video del sistema di sorveglianza dei luoghi di culto, scoprendo che a rubare era sempre la stessa persona. Sono iniziati gli appostamenti, fino a quando il ladro non è stato sorpreso all’uscita di una chiesa con circa 100 euro, frutto del colpo appena messo a segno.
♥ Si è così scoperto che l’uomo ha 23 anni, una famiglia e un bimbo nato da poco, e dopo aver perso il lavoro a causa della pandemia ha cercato un modo per tirare avanti. In 14 incursioni nelle chiese di Caorle aveva accumulato circa 1.000 euro. Incensurato, ha spiegato ai militari di non aver avuto il coraggio di rivolgersi ai Servizi sociali del Comune per un aiuto.
♥ A quel punto è scattata la solidarietà sia da parte di don Danilo che dei militari, che lo hanno condotto in Comune per un sussidio. E con l’arrivo dell’estate, infine, avrà anche un lavoro, presso un ristorante della località balneare.
(fonte: Avvenire.it Redazione, 3 maggio 2021).