“Le scelte di oggi sono la conseguenza di spese scriteriate”
Il Rotary Club di Tropea ha fissato come temi principali quello dell’ambiente e della sanità
Il Rotary Club di Tropea ha impostato questo anno sociale fissando come temi principali quello dell’ambiente e della sanità, proprio per questo motivo abbiamo avuto modo di esaminare l’atto aziendale emanato dall’ASP di Vibo Valentia il 7 aprile u.s. e ne abbiamo ricavato un’impressione del tutto negativa.
Infatti, mentre ad una prima lettura l’atto sembrerebbe confermare quella che è la dotazione di servizi prevista per l’Ospedale di Tropea (dotazione peraltro stabilita dalla Regione che ha fatto del nostro nosocomio un ospedale di primo livello), una più approfondita dell’atto assieme alla constatazione di quanto presente nella realtà dei fatti non può che suscitare le critiche più preoccupate.
L’Azienda disegna un Presidio che sulla carta ha: 20 PL di Medicina Generale, 10 PL di Chirurgia, 10 PL di Ortopedia e 10 PL di Geriatria oltre al servizio dialisi, all’Oncologia Medica (come servizio a rilevanza dipartimentale) ed a quasi tutti i servizi di supporto connessi al funzionamento di un presidio di primo livello.
Le dolenti note sono però molteplici, intanto va registrato come i reparti di ortopedia, chirurgia e geriatria siano aperti solo sulla carta ma nei fatti chiusi; secondariamente va registrato come per l’Azienda, fatta eccezione per il reparto di medicina generale (effettivamente aperto), tutti gli altri reparti siano disegnati come unità operative semplici e che quindi non abbiano alcuna autonomia gestionale e di indirizzo di cura ma le criticità non finiscono qui poiché l’atto aziendale va a incidere in maniera negativa anche sulla farmacia ospedaliera ed il laboratorio analisi.
La prima, infatti, risulta letteralmente cancellata dalla tabella riassuntiva allegata all’atto e relativa a tutti i presidi aziendali e, si badi bene, questa decisione sarebbe stata assunta solo per la realtà tropeana, lasciando aperte quelle di Serra e di Vibo; tale decisione non può che destare sconcerto in quanto riesce assai difficile capire come possa efficacemente gestirsi un presidio importante come il nostro, al cui interno è allocata anche una Unità di preparazione per i Farmaci Antiblastici (che l’azienda prepara anche per altre realtà regionali ricavandone un profitto) senza una struttura compiuta di farmacia ospedaliera, che, paradossalmente, viene lasciata esistere in strutture con assai meno esigenze.
Il laboratorio analisi, invece, viene depotenziato a punto prelievi per l’utenza esterna, rimanendo funzionante solo per i ricoverati interni, tale soluzione andrebbe ad ingolfare ulteriormente il laboratorio di Vibo, già oberato di lavoro; non va taciuto, peraltro, che anche in questo caso, la cosa riguarderebbe il solo Ospedale di Tropea.
Va registrato, ancora, come rispetto all’ultimo atto aziendale datato 2020 si sia cessata quella specializzazione oncologica che era stata ipotizzata e che avrebbe certamente costituito un plus che avrebbe arricchito tutto il panorama dei servizi erogati dall’azienda a livello complessivo.
Si badi bene, siamo consapevoli che le scelte di oggi sono la conseguenza amara di decenni si spese scriteriate che hanno letteralmente portato al dissesto i conti sanitari, siamo anche consapevoli che la logica dell’ospedale sotto casa non è più proponibile, quello che ci appare letteralmente incomprensibile è che in questo atto ancora una volta ci si rifiuti di ragionare in efficaci termini di programmazione aziendale e questa sarebbe l’unica via per una gestione efficace. Solo pensando in termini di sistema potremmo infatti capire che un’ospedale della costa funzionante alleggerisce il carico di lavoro di quello di Vibo, genererebbe utili e limiterebbe l’emigrazione sanitaria che funesta la vita dei nostri malati e dei nostri bilanci.
A ciò vanno aggiunte due ulteriori riflessioni: da un lato assistiamo ad un atto assunto senza che venissero minimamente interpellati i Sindaci, primi responsabili sanitari, e le categorie professionali e sindacali; dall’altro va rilevato come tale documento mortifichi l’offerta sanitaria della zona della regione con il più alto afflusso turistico in assoluto, destinato auspicabilmente ad aumentare anche grazie al recente riconoscimento di Borgo dei Borghi 2021.
In sostanza registriamo come nell’ultimo atto aziendale c’è un netto depauperamento della struttura anche rispetto al precedente che aveva ipotizzato maggiore autonomia dei reparti con più unità complesse ed una curvatura oncologica che certamente avrebbe fatto acquisire alla struttura un rilievo regionale ed una attrattività che avrebbe consentito anche il ritorno di grandi nomi calabresi.
Da ultimo constatiamo amaramente come sul nome di Tropea e della Costa degli Dei si registrino sempre pubblici attestati di disponibilità, promesse e impegni, sempre puntualmente disattesi, non solo nella sanità, ma anche per la viabilità e l’ambiente.
Come Rotary Club di Tropea sentiamo pertanto la necessità di richiamare l’attenzione su tutte queste criticità e ci riserviamo di aprire un’interlocuzione con i Sindaci e le associazioni al fine di rappresentare i problemi del territorio anche a livello regionale.
Presidente Rotary Club di Tropea
Giuseppe Maria Romano