Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Riuscire a vedere le lacrime degli altri. Cosa fare?
– Guardando le tante lacrime versate (silenziose per lo più, e a volte neanche viste) nel periodo della dura quarantena trascorsa per il coronavirus, mi è tornata alla mente una toccante celebrazione dell’Anno Giubilare della Misericordia nel maggio del 2016.
– La veglia di preghiera “Asciugare le lacrime”, svolta nella Basilica di San Pietro in Roma con Papa Francesco, mostrava concretamente la strada che tutti possono percorrere. – Di fronte al dolore e al male spesso chiediamo “perché?”… perché Dio permette tutto quello che a noi sembra un male?
– Ma la domanda corretta dovrebbe essere “cosa posso fare io per aiutare chi sta soffrendo, cosa posso fare per evitare il male e il dolore?”. – Dio ci ha creato e posto accanto ad altre persone: apriamo gli occhi e vediamo cosa possiamo fare per chi soffre (Madre Teresa di Calcutta). “Quando Gesù vide piangere Maria per la morte del fratello Lazzaro, non riuscì neppure lui a trattenere le lacrime. Fu colto da una profonda commozione e scoppiò in pianto”. Poi operò il miracolo. – “Tutti abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore… E’ la nostra povertà ma anche la nostra grandezza: invocare la consolazione di Dio che con la sua tenerezza viene ad asciugare le lacrime sul nostro volto” (Papa Francesco).
Un giorno, un uomo timorato di Dio doveva fare delle commissioni in città.
♦ In un angolo della strada che stava percorrendo vide una ragazzina che tremava per il freddo pungente di quel triste inverno, coperta sola di un vestito strappato, e dai buchi nella stoffa entrava la gelida aria.
♦ La piccola ragazza allungava la mano tremante verso i passanti in cerca di cibo, ma la gente passava indifferente chiusa nei cappotti, sembrava fosse invisibile ai loro occhi.
♥ Il buon uomo si arrabbiò e disse a Dio: «Perché permetti questo? Perché non fai qualcosa? Perché questo dolore?». A quelle domande Dio non disse nulla, lasciando il buon uomo nel silenzio e nel tormento.
♦ Quella stessa notte, proprio mentre si stava per addormentarsi, sotto le pesanti coperte che lo difendevano dal freddo, il buon uomo comprese la risposta racchiusa nel silenzio di Dio.
«Certo che ho fatto qualcosa. Ho fatto te!».
♥ Di fronte a quella risposta così assordante il buon uomo non poté più chiudere occhio e rivestitosi corse nuovamente in città alla ricerca di quella giovane donna.
♥ Ogni uomo deve cominciare a sentirsi responsabile del più debole e meno fortunato della vita, per non essere come Caino:
Allora il Signore disse a Caino: “Dov’è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”. Riprese: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Genesi 4, 9-10).