Fede e dintorni

Risorgere dalle nostre rovine in modo nuovo

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Risorgere dalle nostre rovine
in modo nuovo.

– La liturgia pasquale, a partire dalla Veglia in presenza di Papa Francesco, ha portato all’umanità un messaggio di speranza: «Con Gesù il Risorto, nessuna notte è infinita, e anche nel buio più fitto, in quel buio brilla la stella del mattino».
– Papa Francesco ha sottolineato le tre azioni con cui anche noi possiamo entrare nella Pasqua del Signore come le donne al sepolcro: esse vedono, ascoltano, annunciano. E poi portare Gesù nella vita con gesti di pace e giustizia.
– Si può sempre ricominciare. Anche su questa spietata guerra, sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare e a non perdere mai la speranza.
– Cristo risorto non è tornato alla vita di prima, ma a una vita nuova e invita i suoi discepoli a ripartire dalle loro sconfitte per iniziare una nuova vita, superando le barriere, vincendo i pregiudizi, e avvicinando chi sta accanto. – Cristo non ci lascia soli! Noi avvertiamo che Egli pone su di noi la sua mano, ripetendoci con forza: non temere!
– Risorgere è ripartire nel servizio di quell’amore vero, di cui sono interpreti i tanti volontari che mettono in gioco la propria vita per salvare le vite di tanti innocenti su cui si abbattuta questa “sacrilega” guerra
– All’umanità ferita e afflitta dalle troppe vittime e messa in ginocchio da una economia in piena crisi, ecco il diritto alla speranza che nasce dalla risurrezione: «Anche dalle macerie del nostro cuore Dio può costruire una nuova realtà, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova». – Papa Francesco al Colosseo per la Via Crucis e il cardinale Krajewski in Ucraina nei luoghi dell’orrore hanno testimoniato che si può andare verso la Pasqua partendo dai calvari della storia..

Dal Vangelo di questo giorno (Mt 28,8-15).
Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli.
Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto.
Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione».
Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Ripartire con la forza del perdono.
La Pasqua è la festa del perdono, della Misericordia di Dio, il quale ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio Unigenito. Cristo ha offerto la sua vita per donare al mondo il perdono e la misericordia di Dio.
È questa la forza che ci permetterà sempre di ri-partire, dopo le nostre sconfitte.
Tre brevi testimonianze ci possono aiutare a capire e ad accogliere con gratitudine il dono di Dio.

1.  Un ricordo di santa Teresa del Bambino Gesù.
“Anche se io avessi nel mio cuore i peccati di tutto il mondo, non mi perderei di fiducia in Cristo mio Salvatore, ma andrei da lui e sono convinta che tutti i miei peccati scomparirebbero nella sua misericordia come una goccia d’acqua in un grande fuoco”.

2. Un cuore puro per vedere meglio l’amore di Dio (Santo Curato d’Ars).
Un giorno si presentò al santo curato d’Ars un distinto signore. Gentilmente chiese:
– Padre, vorrei discutere un po’ con lei, perché ho molti dubbi religiosi.
Rispose il santo: Prima confèssati; discuteremo poi.
Quell’uomo, che da tanto tempo non si riconciliava con Dio, rimase di stucco, ma cedette alle delicate insistenze del santo prete, s. Giovanni Maria Vianney, e si confessò con grande devozione.
Finito il rito, il santo curato d’Ars gli disse: – Ora possiamo discutere. Quali dubbi hai intorno all’esistenza e all’amore di Dio?
Quegli però rispose sereno:
– Ora, padre, non ho più bisogno di discutere: quasi per incanto tutti i miei dubbi religiosi sono spariti con la confessione.

3. Ultime parole di Dostoevskij ai suoi figli.
“Conservate una fede senza riserve in Dio e non disperate mai del suo perdono.
Io vi amo molto, ma il mio amore non è nulla in confronto all’infinito amore di Dio per tutti gli uomini da Lui creati.
Se anche vi accadesse nel corso della vostra vita di compiere un’azione delittuosa, nonostante questo non perdete la speranza in Dio. Voi siete suoi figli: sottomettetevi a Lui come a vostro Padre, implorate il suo perdono ed Egli si rallegrerà del vostro pentimento, così come egli si rallegrò del ritorno del figliol prodigo”.

Anche dalle macerie del nostro cuore Dio può costruire una nuova realtà, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova». – Papa Francesco al Colosseo per la Via Crucis e il cardinale Krajewski in Ucraina nei luoghi dell’orrore hanno testimoniato che si può andare verso la Pasqua partendo dai calvari della storia.

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