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Rischio incendi

Purtroppo, con l’arrivo del gran caldo, alcune teste “calde” vanno in escandescenza e, non avendo davvero niente di meglio da fare, danno prova del loro incredibilile quoziente intellettivo con la rievocazione di uno straordinario momento che ha caratterizzato il percorso evolutivo dell’intero genere umano: la scoperta del fuoco.
Qui urge una precisazione: in effetti l’uomo scoprì il fuoco ben prima di riuscire a generarlo a suo piacimento, ma noi chiamiamo “scoperta del fuoco” quel momento in cui l’uomo, in pratica, trovò il modo per generare il fuoco, servendosi di tecniche diverse, magari grazie ad una scintilla ottenuta con due pietre focaie o allo sfregolio continuato di bacchette di legno.
Tornando alla rievocazione storica di quel magico evento, le nostre teste calde, in uno stato di escandescenza a causa del gran caldo, riducono il lasso di tempo necessario ad ottenere quella prima fiammella, servendosi dei migliori ritrovati della tecnologia moderna. C’è chi utilizza i cerini in legno, godendo appieno di quel momento in cui la scintilla si trasforma in fiamma e contemplando ammirati la parabola che il cerino compie prima di arrivare al suolo. C’è chi, meno romanticamente, utilizza una umile sigaretta. C’è chi infine, per essere certo del risultato, si munisce di accendino a gas (o di “zippo”, giusto per sentirsi più “fico”).
Costoro, che comunemente vengono etichettati come “piromani”, secondo un articlo comparso recentemente sul corriere della sera avrebbero pure un preciso identikit. “Dietro gli incendi che ogni anno mangiano 50 mila ettari dei nostri boschi – è stato scritto da Lorenzo Salvia nel suo dossier del 25 luglio 2007 -, spesso c’è un signore anziano disposto a tutto pur di mettersi in tasca qualche euro in più. Lo dicono i dati sulle persone denunciate dal 2000 ad oggi: una volta su tre pensionati, una volta su tre fra i 61 e i 70 anni. E lo conferma l’esperienza di chi si occupa da anni di queste cose: «In molti casi — spiega Giuseppe Vadalà, responsabile del nucleo investigativo del Corpo forestale — si tratta di lavori fatti su mandato di chi ha un interesse economico a bruciare quei terreni». E la manodopera migliore sono proprio loro, pensionati senza scrupoli e senza precedenti penali: insospettabili, e pronti a raccogliere le briciole di affari molto più grandi di loro”.

Ma una domanda resta senza risposta: a chi giova provocare incendi che vanno a distruggere la vegetazione di due interi colli su uno dei pianori del monte Poro che si protendono verso la ridente cittadina tirrenica di Tropea? Non si riesce davvero a capire chi possa avere un tornaconto economico ad incenerire parte di quel paesaggio che, per la sua bellezza, ha collocato la Costa degli Dei tra le mete preferite per i vacanzieri estivi. Certo è che il bel panorama di verde e azzurro che accoglie i nostri turisti è stato anche quest’anno irrimediabilmente deturpato da imbecilli.

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Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it