Progetto coordinato da Marco Pacciarelli
Sull’altopiano di Torre Galli, sorgeva un centro abitato che aveva raggiunto un elevato livello di civiltà
Avviata la seconda fase degli scavi archeologici presso la necropoli di Torre Galli, nel territorio di Drapia. Si tratta di un progetto coordinato da Marco Pacciarelli, affiancato dal noto archeologo Cristiano Iaia, assieme a studenti della facoltà di archeologia.
Il progetto rientra nei programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale che comprende al suo interno vari scavi tra cui quello di Torre Galli sull’altopiano del Poro,Zambrone e Nocera Terinese.
L’area archeologica in questione è stata oggetto di studi fin dai tempi antichi e ritenuto, inoltre, un sito importante dell’età del ferro del Mediterraneo.
Nei primi anni ’20, l’archeologo Paolo Orsi, ha rinvenuto una necropoli costituita da circa 330 tombe (delle quali 280 preelleniche), ciò gli ha permesso di trarre delle conclusioni importanti, vale a dire che prima dell’arrivo dei Greci, nel IX secolo a.C sull’altopiano di Torre Galli, sorgeva un centro abitato che aveva raggiunto un elevato livello di civiltà che dominava probabilmente una piccola parte della Calabria. Una comunità guerriera che aveva al proprio interno delle differenziazioni sociali ed economiche e che aveva istaurato contatti economici con l’oriente. In tal modo, l’archeologo individuò a poca distanza dalla necropoli, il luogo dove sarebbe dovuto sorgere il vero e proprio centro abitato. Gli studi di Orsi, hanno avuto un seguito grazie a degli esperti nel campo, tra cui lo stesso Marco Pacciarelli. Lo scorso anno era stato individuato un abitato. Le tracce che hanno portato gli archeologi a pensare ad un segno di frequentazioni sono stati degli allineamenti di pietrame intercettante un terzo. Un terzo allineamento con un orientamento differente rispetto agli altri paralleli. Rinvenuto un focolare, al limite di pietre ovali e al centro di esso un terreno più scuro e armonioso. Un’abitazione, dunque, probabilmente risalente a 3000 anni fa, le cui travi risultano incendiate. Ciò ha portato a supporre che la città di Torre Galli sia stata distrutta dai Greci. Lo scorso anno sono state effettuate delle prospezioni geometriche che presentavano un magnetismo differente a distanza di pochi metri e ciò ha spinto gli archeologi ad approfondire gli studi attraverso ulteriori scavi. Sono stati ritrovati, così, dei muri di terra e legno e davanti al muro un fossato,dell’argilla naturale e un fossato difensivo che ha confermato le ipotesi iniziali. La seconda fase di studi si concluderà a fine mese. Si avranno maggiori notizie nel prosieguo dei lavori.