Alcune “semplici” considerazioni
Ogni cittadino deve sentire il territorio come “proprio”
Non intendo soffermarmi sui problemi che affliggono la città (disordine edilizio, pessimo stato di salute del mare, scarsa pulizia delle strade, ecc.).
Voglio fare alcune “semplici” considerazioni, traendo spunto dal convegno sulla legalità, organizzato dall’Amministrazione comunale e dai numerosi incontri che alcuni magistrati di fama nazionale hanno tenuto sullo stesso tema, in estate.
Più volte il Procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, dott. Spagnuolo, ha affermato la necessità che la legalità non sia demandata esclusivamente alle istituzioni.
E’ illusorio infatti pensare che le forze dell’ordine e la magistratura possano garantire da sole il rispetto delle regole e delle istituzioni.
Ogni cittadino deve sentire il territorio come “proprio” ed esercitare un’azione di controllo, non esitando a presentare denuncia, laddove eventuali violazioni ledano i suoi diritti fondamentali come il diritto alla dignità della persona, il diritto alla salute, il diritto a vivere in un ambiente civile e democratico.
La denuncia in questo caso non significa delazione ma prova di maturità civile e partecipazione consapevole alla vita della comunità.
Lungi da me sminuire l’importanza e la portata di simili manifestazioni: un convegno sulla legalità ha ragione d’essere sempre, soprattutto in una regione, come la nostra, in cui l’illegalità è molto diffusa e il rispetto delle regole è a volte violato.
Non vorrei però che il convegno si esaurisse nelle solite enunciazioni di diritto, di buoni propositi e servisse solo a fare pubblicità all’Amministrazione di turno.
La legalità deve essere un valore fondante e permanente, la stella polare di ogni Amministrazione comunale, in quanto essa va al di là dei proponimenti e delle belle parole ma implica battersi sul territorio, per il rispetto della legge e della democrazia.
La legalità, sebbene sia un valore astratto, diviene un valore concreto qualora porti a pretendere, ad esempio, che i politici amministrino con onestà e trasparenza la cosa pubblica, che i cittadini osservino le leggi, che i motociclisti indossino i caschi, che il suolo pubblico non diventi oggetto di occupazioni selvagge e le periferie, depositi permanenti di rifiuti.
La legalità è inoltre rispetto della sacralità della vita, senza distinzione di sesso, età e appartenenza ideologica; poiché il rispetto, nella sua forma più alta, significa accettazione, riconoscimento della diversità come fonte di ricchezza e di crescita culturale e civile, per tutti.
Il principio di legalità va a braccetto, e non potrebbe essere altrimenti, con quello di democrazia.
I “buoni maestri” insegnano che non bastano buone regole per fare democrazia ma occorrono anche uomini buoni. Le regole nulla possono se gli uomini che le devono applicare sono corrotti o si corrompono; uomini “buoni” rendono migliorabili leggi mediocri, uomini “mali” riescono a corrompere persino leggi buone.
La democrazia è discussione, ragionare insieme e, per ricorrere ad una espressione socratica è filologia, non misologia, promuove il dialogo ed il confronto delle idee, alla sopraffazione preferisce la persuasione.
Vi sono persone, per nulla incolte, che amano spuntarla ad ogni costo, persistono nell’errore e trascinano altri con sé.
Vi sono però anche coloro che “passano il tempo nel disputare il pro e il contro” e finiscono per credersi diventati i più sapienti di tutti per aver compreso essi soli che, sia nelle cose, sia nei ragionamenti, non c’è nulla di saldo o di solido, ma tutto “va su e giù”, senza rimanere fermo in nessun punto neppure un istante.
Dobbiamo guardarci dall’uno e dall’altro pericolo.
Nella democrazia è importante rispettare la verità dei fatti che è alla base di ogni azione orientata a intendersi onestamente.
Sono corruttori delle coscienze quelli che trattano i fatti come opinioni, in cui la verità è messa sullo stesso piano della menzogna, il giusto, su quello dell’ingiusto, il bene su quello del male, secondo l’interesse al momento prevalente.
I luoghi di potere sono per l’appunto quelli in cui questo tradimento si consuma più che altrove e la politica ne è il veicolo.
La parola politica deriva da polis e politeia, due concetti che indicano il vivere insieme, l’attività dedicata alla convivenza.
La politica in democrazia presuppone la disponibilità a mettere in comune qualcosa di sé: tempo, capacità, risorse materiali e culturali. L’obiettivo della politica è risolvere i problemi dei cittadini, è una rinuncia a sé stessi (sempre faticoso da sopportare), la preferenza all’interesse pubblico più che al proprio, contro gli interessi forti e occulti, corporativi che soffocano l’interesse generale.
La democrazia e la legalità non sono “qualcosa” fuori di noi, indipendentemente da noi, ma sono degli ideali che corrispondono ad un’idea di dignità umana. La ricompensa sta nello stesso agire per realizzare i principi della legalità e quelli della democrazia.
Volevo fare delle “semplici” considerazioni, mi rendo conto che i temi apparentemente siano complessi ma, nella sostanza, comprensibili a chi si approcci con candore e interesse reale. Spero solo che contribuiscano alla crescita di una coscienza civile che, resistente a qualsiasi condizionamento ambientale, prenda consapevolezza dei problemi della città e concorra democraticamente a risolverli.
Dott. Domenico Tropeano
Ex Consigliere Comune di Tropea