Politica

Ricorso sullo scioglimento del Comune di Tropea: tutte le tappe

La vicenda legata al ricorso presentato dall’ex primo cittadino di Tropea si dipana lungo un tortuoso percorso costellato da una serie di procedure e fasi scandite a suon di documenti e atti depositati al Tar

Vi raccontiamo i vari passaggi affrontati dalle due parti in causa negli ultimi otto mesi del 2024: da un lato i ricorrenti, un gruppo degli ex amministratori guidati dal già sindaco Macrì, dall’altro la Commissione prefettizia in rappresentanza del Comune di Tropea e il Ministero dell’Interno

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Tanto tuonò che piovve
Nonostante l’amministrazione Macrì sia stata la più longeva della storia repubblicana in città, tando da andare addirittura oltre il mandato previsto, gli ultimi due anni di questa esperienza amministrativa sono caratterizzati dalle insistenti voci su un possibile scioglimento per mafia. L’allora presidente uscente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, chiede più volte all’allora Prefetto di Vibo l’invio della Commissione di accesso agli atti per verificare se ricorressero le condizioni per lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Al lavoro della Prefettura seguono quindi le cannonate della stampa locale prima e nazionale poi. Con queste premesse, la città va avanti anche se tutti pensano che il provvedimento è nell’aria e possa arrivare da un momento all’altro. E invece non arriva, e il sindaco di Tropea Giovanni Macrì conclude il suo mandato e va avanti per ulteriori mesi, in attesa delle elezioni.
La primavera è inoltrata e mancano pochi giorni all’avvio delle procedure che precedono le elezioni comunali. Ed ecco che, mercoledì 24 aprile 2024, viene disposto lo scioglimento del Comune di Tropea. La città si sveglia in una realtà diversa da quella che ha vissuto, come un sogno, nei cinque anni precedenti. Da quel momento in poi praticamente è un incubo: amministrazione sciolta per mafia. Ciò spazza via in un attimo l’immagine creata dall’amministrazione negli anni precedenti, grazie alla quale Tropea diventa uno dei borghi più belli d’Italia, ottiene e poi mantiene la Bandiera blu, si candida a capitale della cultura, diventa Borgo dei borghi, eccellenza calabrese, motore di sviluppo regionale, modello di economia virtuosa, sede di convegni ed eventi internazionali, ospite di delegazioni in tutto il mondo (sia in Europa che agli estremi del globo, dal Canada al Giappone e fino in Australia), e poi ancora premiata come “Città del folkore”, “Giffoni 50plus”, “Porta d’argento”, “Ali del Mediterraneo”, “Città che lavora”,  “Comune fiorito”, “Premio San Valentino”, “Comune Plastic free”…
Sembra tutto spazzato via dal Decreto del Presidente della Repubblica, che viene pubblicato giovedì 30 maggio 2024, a più di un mese di distanza dall’annuncio dello scioglimento,  sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale parte prima.
Nella premessa del Decreto si legge che “dall’esito di approfonditi accertamenti sono emerse forme di ingerenza della criminalità organizzata che hanno esposto l’amministrazione a pressanti condizionamenti, compromettendo il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale“. Inoltre si rileva che “la permeabilità dell’ente ai condizionamenti esterni della criminalità organizzata ha arrecato grave pregiudizio agli interessi della collettività e ha determinato la perdita di credibilità dell’istituzione locale“.
Per porre rimedio a questa situazione di “grave inquinamento e deterioramento dell’amministrazione comunale di Tropea”, si arriva allo scioglimento del consiglio comunale e viene disposto il commissariamento.

Il ricorso di un’amministrazione convinta del proprio operato
Passano tre settimane e contro quel provvedimento, venerdì 21 giugno 2024, l’ex sindaco Giovanni Macrì deposita il primo atto al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio a Roma, ovvero un’istanza di autorizzazione preventiva al deposito di uno scritto difensivo. Tale istanza precedente alla presentazione del vero e proprio ricorso si rende necessaria poiché l’atto supera i limiti del decreto di sinteticità. Il giorno seguente, sabato 22 giugno 2024, giunge immediato il provvedimento monocratico relazionato da Antonio Savo Amodio, che con decreto presidenziale accoglie l’istanza di Macrì. Sono atti dovuti, passaggi burocratici che scandiscono questi primi passaggi formali.
Mercoledì 26 giugno 2024, a più di due mesi di distanza dallo scioglimento, l’ex sindaco presenta ufficialmente il ricorso con rito abbreviato.  Il rito abbreviato è previsto dall’art. 119 del Codice del processo amministrativo, in relazione a determinate materie, che prevede una disciplina processuale accelerata che si realizza attraverso il dimezzamento di tutti i termini processuali ordinari del giudizio di primo grado, con esclusione di quelli per la notificazione del ricorso introduttivo, del ricorso incidentale e dei motivi aggiunti.
Assieme a Macrì, anche altri 5 amministratori ricorrono al Tar contro lo scioglimento. Sono Francesco Monteleone, Roberto Scalfari, Carmine Godano, Franco Addolorato e Caterina Marzolo. L’atto dei ricorrenti viene accompagnato da due documenti e corredato dall’istanza di fissazione dell’udienza.
Il ricorso chiede l’annullamento, previa sospensione e/o emanazione di ogni altra opportuna misura cautelare:

  1. del Decreto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 24 aprile 2024;
  2. della proposta del Ministero dell’Interno Matteo Piantedosi e della relativa relazione di accompagnamento;
  3. della relazione e proposta di scioglimento del Consiglio comunale ai sensi dell’art. 143 D. lgs 267/2000 del Prefetto di Vibo Valentia;
  4. della deliberazione del Consiglio dei Ministri del 23 aprile 2024;
  5. del decreto del Prefetto di Vibo Valentia del 24 aprile 2024
  6. della relazione finale della Commissione di accesso;
  7. della nota del Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Governo e per le autonomie locali n. 13824 del 24 aprile 2024;
  8. del verbale del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica del 21 febbraio 2024 e di ogni altro atto anteriore, preordinato, connesso e consequenziale;

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La Commissione prefettizia e il Ministero dell’Interno si costituiscono come parti resistenti
La palla passa ai commissari prefettizi, nel frattempo insediatisi al Comune di Tropea. La commissione straordinaria, composta da Roberto Micucci, Vito Turco e Antonio Calenda, annuncia infatti come un atto dovuto la costituzione come parte in causa del Comune di Tropea. E così, il giorno dopo la presentazione del ricorso, giovedì 27 giugno 2024, il fascicolo del Tar del Lazio si arricchisce di un primo documento relativo all’atto di costituzione di quattro parti resistenti.
Inoltre, in risposta al ricorso, anche la Presidenza del Consiglio e il Ministero dell’Interno affidano all’Avvocatura generale dello Stato la difesa delle decisioni adottate, ritenendo fondate le motivazioni che hanno portato allo scioglimento.
Sabato 29 giugno 2024, il fascicolo del ricorso riceve un ulteriore atto di costituzione del controinteressato nel procedimento.

Parola al Tar (atto primo)
Se il mese di giugno è servito a riscaldare l’ambiente, quello di luglio si infiamma. In vista dell’udienza della Camera di Consiglio fissata per mercoledì 17 luglio, le parti in causa si preparano a mettere nero su bianco i propri punti di vista.
I resistenti depositano ulteriori documenti giovedì 11 luglio 2024 ai quali ne seguono altri, assieme ad una memoria, venerdì 12 luglio 2024, mentre sabato 13 luglio presso il Tar è stata depositata la memoria del controinteressato.
La settimana seguente si apre, lunedì 15 luglio, con la presentazione al Tar delle memorie dei ricorrenti.
Sono scandite da azioni ponderate ma in un clima quasi febbrile, insomma, le calde giornate di luglio, durante le quali le parti in causa cercano di esporre nel dettaglio le proprie posizioni.
Grazie alla richiesta di rito abbreviato, mercoledì 17 luglio, si tiene l’attesa udienza della Camera di Consiglio, relazionata dal magistrato referendario Alberto Ugo. L’esito dell’udienza è che il collegio verifica la sussistenza delle condizioni per emanare un’ordinanza cautelare. Il modo ordinario per tutelare la pretesa fatta valere in via cautelare è la sollecita fissazione nel merito e non l’emanazione della richiesta ordinanza cautelare. La tutela cautelare (cui sono dedicati i commi 3 e 4 dell’art. 119 del Codice del processo amministrativo) consiste nel conferire alla parte il potere di chiedere al giudice l’emanazione di un provvedimento al termine di una valutazione sommaria. Secondo la norma, il Tribunale Amministrativo Regionale, chiamato a pronunciare ad un primo sommario esame la sussistenza di profili di fondatezza del ricorso e di un pregiudizio grave e irreparabile sulla domanda cautelare, se ritiene, fissa con ordinanza non cautelare la data di discussione del merito alla prima udienza successiva alla scadenza del termine di trenta giorni dalla data di deposito dell’ordinanza, fatta salva la conclusione del giudizio con una sentenza in forma semplificata.
Quarantottore dopo, venerdì 19 luglio giunge il provvedimento collegiale con cui la Camera di Consiglio pubblica l’ordinanza cautelare ad esito della quale è stata fissata un’udienza pubblica interlocutoria per mercoledì 8 gennaio 2025. Con tale ordinanza, il Tar del Lazio impone al Ministero dell’Interno il deposito degli atti dello scioglimento del Comune di Tropea privi di omissis, per consentire agli ex amministratori comunali ricorrenti di poter valutare appieno le reali motivazioni dello scioglimento.

Calma apparente in vista dello scontro finale
Si conclude il mese di luglio e, mentre la folla agostana si ammassa sulle bianche spiagge di giorno e solca il corso e le viuzze di Tropea di sera, i ricorrenti provano a muovere ulteriori pedine sullo scacchiere del ricorso, presentando un contributo unificato giovedì 1 agosto. Prima della pausa ferragostana, lunedì 12 agosto il resistente provvede all’adempimento dell’ordinanza.
A questo punto le carte sono a disposizione dei legali e si può dare fuoco alle polveri. Gli avvocati di Macrì si mettono quindi al lavoro per preparare la strategia in vista dell’udienza di merito: dopo due mesi e mezzo di gestazione, lunedì 11 novembre partoriscono un’istanza di autorizzazione al deposito legale di pagine aggiuntive (ex decreto 128/2015). Nei giorni seguenti depositano i motivi aggiunti (martedì 12 novembre), seguiti da ulteriori documenti: un atto giovedì 14 novembre, ancora due atti venerdì 15 novembre e un ultimo atto venerdì 29 novembre.

Il “caldo” clima natalizio tropeano 
L’iter del ricorso va avanti anche nel clima di festa natalizio, surriscaldato dalle le polemiche che infiammano sui social tra i sostenitori dell’operato dei commissari e chi invece rimpiange la presenza di un’amministrazione regolarmente eletta e scelta dalla popolazione si concentrano sul paragone tra precedenti e le attuali istallazioni artistiche delle luminarie per le vie della città.
Tra lunedì 16 e martedì 17 dicembre arrivano i primi documenti dei resistenti e del controinteressato: dalla difesa dell’Avvocatura dello Stato la stampa apprende che all’esame del Tar approda anche la vicenda dell’acquisto da parte dell’allora sindaco di Tropea di un’auto di seconda mano appartenuta ad una donna legata a vincoli di parentela con un boss locale.
Assieme a due ulteriori documenti depositati da parte degli avvocati di Macrì, mercoledì 18 dicembre viene acquisita agli atti del procedimento anche la prima memoria del resistente, alla quale fa seguito quella del controinteressato, depositata lunedì 23 dicembre e da quella di replica del ricorrente, presentata assieme a due documenti sabato 28 dicembre.
Le ultime scintille di questa battaglia a suon di carte e documenti, portata avanti contro il sistema dagli ex amministratori di Tropea, si conclude con gli ultimi atti depositati tra lunedì 30 dicembre dai legali dei resistenti e il giorno di San Silvestro da quelli di Macrì.
Il 2024 si conclude con i fuochi d’artificio che colorano di mille luci la nera notte di una comunità che credeva di vivere in un contesto virtuoso ed esemplare e si ritrova addosso l’onta di un’etichetta di città mafiosa.

Gennaio col fiato sospeso: parola al Tar (atto secondo)
E si arriva a mercoledì 8 gennaio 2025, quando al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, di fronte ai legali delle parti e di un indomito ricorrente, nella sede di Roma si è tenuta l’udienza pubblica di merito, discussa nuovamente dal magistrato referendario Alberto Ugo. In città tutti attendono la pubblicazione dell’esito, per apprendere ulteriori sviluppi della vicenda e capire se si arriverà all’annullamento o meno del Decreto del Presidente della Repubblica sullo scioglimento del Comune di Tropea.

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Redazione
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