Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Ricordando il sangue di San Gennaro.
Il miracolo del sangue di San Gennaro, a Napoli, è atteso tre volte all’anno. Esso si ripete, secondo tradizione, il 19 settembre, giorno del martirio del patrono di Napoli, il 16 dicembre (anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631, quando si dice che il santo riuscì fermò la lava alle porte della città) e il sabato precedente la prima domenica di maggio, data della traslazione del corpo avvenuta nel 305. – Anche quest’anno, il 5 maggio 2018, sabato precedente alla prima domenica di maggio, alle ore 18.37, nella Basilica di Santa Chiara a Napoli, si è sciolto il sangue di San Gennaro. – L’evento, come sempre ha portato gioia e soddisfazione; ma il miracolo del sangue sembra non segnare più un evento: piuttosto lo diventa qualora non si sciolga, come dimostrano i vari casi successi nella storia. – Ma è proprio davanti al “sangue che si scioglie” – al di là di ogni spiegazione fisica – che il vero devoto napoletano trova i giusti stimoli per la sua fede.
Il sangue di San Gennaro che si scioglie, è il sangue di un martire.
San Gennaro, vescovo di Benevento e martire, in tempo di persecuzione contro la fede nel 305 a Pozzuoli vicino a Napoli, subì il martirio per Cristo. Il suo sangue richiama inevitabilmente il sangue che scorre ancora nella vita degli uomini.
♦ Il Cardinale Sepe, arcivescovo di Napoli, ha pronunciato venti volte la parola violenza nella sua omelia in occasione del prodigio dell’ultima liquefazione del sangue del martire Gennaro, avvenuta sabato 5 maggio 2018 alle ore 18,37 nella Basilica di Santa Chiara.
«Dio attraverso il nostro patrono ci accompagna… Occorre ringraziare Dio perché attraverso il patrono ci sta vicino, cammina con noi e ci accompagna… Ma c’è troppa violenza per le strade della città e di una terra sfigurata dalle sue cicatrici».
♦ A san Gennaro il Cardinale ha chiesto protezione per la gente che ha sofferto a causa del sangue che troppo spesso ha bagnato le strade del territorio. Protezione contro violenza che non è mai espressione di coraggio, quanto piuttosto un atto di viltà, compiuto da chi ricorre alla forza per far valere una propria ragione o pretesa.
♦ Infatti c’è una violenza diffusa nelle relazioni interpersonali, nell’esercizio del proprio ruolo; nella pratica di attività sportive; nella fruizione del tempo libero; nelle famiglie, nella scuola, manifestata da alunni e da genitori nei confronti di docenti, oltre alla violenza delle espressioni e delle parole; alla violenza della diffamazione, della calunnia e dell’odio.
♥ Da san Gennaro il cardinale ha invocato, pertanto, il dono della pace per un popolo che vive nel disagio economico, per le privazioni a cui sono costretti in molti, per il dolore di chi ha perduto il lavoro.
Il corteo processionale dal Duomo alla Basilica di Santa Chiara è avvenuto nel pomeriggio del 5 maggio 2018.
Si è snodato nei vicoli affollati del centro storico di Napoli, ed è stato presieduto dal cardinale Sepe, con il vescovo ausiliare Gennaro Acampa, insieme al vicesindaco Raffaele Del Giudice, i rappresentanti della Regione, la Deputazione di san Gennaro, il Comitato delle Guardie d’Onore alla Cripta del patrono e numerose autorità, tra cui il principe Emanuele Filiberto.
Il busto di San Gennaro, con la preziosa reliquia del sangue, era preceduto dalle statue di 22 compatroni di Napoli, tra cui quella del napoletano S. Alfonso Maria de Liguori, vescovo e fondatore dei Missionari Redentoristi. I compatroni di Napoli sono ben 52.
La processione è entrata nella Basilica di Santa Chiara, dove alle ore 18,37 è avvenuta liquefazione del sangue del martire San Gennaro.
Quando il sangue non si è sciolto
La storia recente riporta alcuni casi di mancato scioglimento.
Nel settembre del 1939 e del 1940, in corrispondenza con l’inizio della seconda guerra mondiale e dell’entrata nel conflitto dell’Italia;
nel settembre del 1943, data dell’occupazione nazista,
nel settembre del 1973, periodo della diffusione del colera a Napoli;
nel settembre del 1980, anno del terremoto in Irpinia.
Tutte date in qualche modo drammatiche.
Ma anche nei secoli scorsi si ricordano giorni in cui il miracolo non è avvenuto. giorni che coincidono spesso con assedi, eruzioni e pestilenze.
(fonti varie dal web).