Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Ricchi e poveri oggi.
Ricchi e poveri sotto lo stesso cielo, ma così divisi e spesso un guerra. La ricchezza è benedizione di Dio quando con essa si aiuta chi è nel bisogno. La ricchezza non può essere frutto di ingiustizia e sopraffazione. La povertà non è una maledizione di Dio per l’uomo, perché Cristo stesso volle nascere e porire povero, e può sempre insegnare un modo di vivere essenziale e senza copidigia. E quando povertà e ricchezza si incontrano nella solidarietà e nella condivisione c’è profumo di nuova umanità.
♦ Dal vangelo di questa domenica (cf Lc 16,19-31)
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
La solidarietà aiuta a credere che Dio è ancora Padre
♦ Nella nostra società sono presenti dei “miti” che vanno smascherati. Non si può accettare ad esempio la logica del più forte, l’idea che la presenza dei poveri, sfruttati e umiliati, sia frutto dell’inesorabile fluire della storia: Gesù ha annunciato che saranno proprio i poveri a regnare, a precederci nel regno dei cieli. Sono essi i nostri “signori”.
♦ Su questo punto il cristianesimo non può scendere affatto a compromessi: il povero, il viandante, lo straniero non sono cittadini qualunque per la Chiesa, proprio perché essa è mossa verso di loro dalla carità di Cristo e non da altre ragioni”.
♦ L’uomo quindi ha bisogno di tornare alla sua semplicità e bontà di figlio di Dio che imposta la sua vita nell’unico bene possibile: la felicità del Regno dei cieli. Il nostro tempo vuole distinguersi per un culto irrazionale della ricchezza, che quasi sempre è cieca di fronte all’amore, creando così tanti “lazzaretti” che sono la più terribile guerra che l’uomo fa all’uomo.
♦ Dietro i moderni scenari di guerra si intravede la voglia di dominio, ossia di “farsi strada a scapito dei poveri”, anziché seguire la regola veramente di Dio, “fare strada ai poveri”.
♥ Dio, lo leggiamo nel Vangelo, si fa povero con i poveri, ama mettersi nei panni dei milioni di Lazzaro che ora sulla terra si contendono con i cani le briciole che cadono dalla tavola ben imbandita del ricco.
E’ proprio la ricchezza fatta-dio-della vita che è causa dei tanti “lazzari” e Dio la condanna. Mentre la povertà di spirito, ossia il considerare vera e indistruttibile ricchezza l’amore a Dio ed ai fratelli, rimane l’unica via di salvezza. Se abbiamo la fortuna di possedere dei beni, pochi o tanti, questi agli occhi di Dio saranno “beni” se, attraverso la solidarietà, diventeranno a loro volta beni per chi non ne ha.
♥ “Un mio amico un giorno, inviandomi una generosa offerta, mi scriveva: “Ogni giorno mi faccio un piccolo graffio per togliermi poco per volta l’orribile maschera di sentirmi ricco. Voglio che la mia ricchezza sia il sollievo di chi ricevendo un aiuto abbia un motivo di credere ancora a Dio Padre e agli uomini fratelli” (mons. Antonio Riboldi).
♦ Il vero e grande rischio è che il mondo si divida in due, sia pure sotto la maschera della religione; il mondo dei poveri contro il mondo dei ricchi. E sarà disfatta per tutti.
Che fare allora almeno? Convertirci al Vangelo e rivestiamoci di uno spirito di solidarietà; a cominciare verso chi è povero. E ce ne sono tanti anche tra di noi.
Vedere in loro Dio, che ci tende la mano. E tante mani, che si stringono, impediranno che le stesse stringano armi da guerra.