Attualità Politica

Referendum sulla giustizia, importante votare

Comunicato stampa, FGS Vibo Valentia

Un referendum, quello per il quale i cittadini sono chiamati a votare il 12 giugno, decisivo per le sorti della giustizia italiana, che sotto certi aspetti presenta ancora malfunzionamenti

È importante, in primo luogo stigmatizzare l’esigua, quasi nulla, promozione di un referendum così significativo per il nostro Paese, del quale solo una modesta parte di cittadini è a conoscenza, il che provoca una condizione negativa che va a contrapporsi al motto latino: “ignorantia legis non excusat”. In secondo luogo è essenziale parlare e spiegare i cinque quesiti che caratterizzano questo referendum, che riguardano: la riforma del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), equa valutazione dei magistrati, separazione delle carriere dei magistrati, limiti agli abusi della custodia cautelare e l’abolizione del decreto Severino. È da puntualizzare che i partiti di maggioranza, come di consueto, hanno agito “a proprio vantaggio” su questo referendum, e in particolar modo certa sinistra, che sinistra non è, insabbiandolo notevolmente e facendolo giungere quindi alla pura inanità. Ma perché è importante il SI? Andiamo per gradi. Sul tema Riforma del CSM, con il SI verrebbe abrogato l’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la candidatura. L’attuale obbligo impone a coloro che si vogliano candidare di ottenere il beneplacito delle correnti o, il più delle volte, di essere ad esse iscritti. Con il sì, si tornerebbe alla legge originale, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura. Per quanto invece riguarda l’equa valutazione dei magistrati Con il si verrebbe riconosciuto anche ai membri “laici”, cioè avvocati e professori, di partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati. Sul quesito concernente la separazione delle carriere dei magistrati, con la vittoria del si, il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale. Sul tema della custodia cautelare invece, votando si, resterebbe in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati più gravi e si abolirebbe la possibilità di procedere alla privazione della libertà in ragione di una possibile “reiterazione del medesimo reato”. Questa è la motivazione che viene utilizzata più di frequente per disporre la custodia cautelare, molto spesso senza che questo rischio esista veramente. Ed infine, ma non meno importante l’abrogazione del decreto Severino che con il si verrebbe abrogato e si cancella così l’automatismo: si restituisce ai giudici la facoltà di decidere, di volta in volta, se, in caso di condanna, occorra applicare o meno anche l’interdizione dai pubblici uffici. Cinque quesiti e cinque buoni motivi per votare si e dare finalmente alla nostra Italia una Giustizia giusta, intesa nel suo più vero ed alto significato.

Lorenzo Muratore
Segretario provinciale FGS Vibo Valentia

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Comunicato Stampa
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