Fede e dintorni

Rallegriamoci nel Signore

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Rallegriamoci nel Signore.

Oggi, terza domenica di avvento, è la domenica della gioia. Si avvicina “il grande mistero della salvezza”, il Natale del Signore che attendiamo con fede, desiderosi di accoglierlo con rinnovata esultanza. – “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: rallegratevi. Il Signore è vicino!
– E’ il modo più autentico di prepararsi alla venuta di Gesù Cristo. Lui è dono del Padre all’umanità stanca e ferita, è speranza per chi non ne ha più, è sollievo e riposo per chi è piegato dal dolore.
– Attendere il Signore significa imparare a portare gioia, a donare e condividere, a non perdersi in dissipazioni ma a cercare la verità.
– Tristezza, disperazione, angoscia, ansia per il domani sono atteggiamenti e sentimenti frequenti nella nostra vita. Spesso legittimi, ma mai giusti. Oltre che gettare ombre sulla vita, sono la prima contro-testimonianza della nostra fede.
– Perciò rinnoviamo la nostra speranza pregando: Vieni Signore Gesù. – Avvento è anche questo: tornare a credere che Dio è felice e vuole renderci felici. – Papa Francesco ammonisce: “Negare i diritti dei deboli significa negare la dignità umana”.

Dal Vangelo di questa domenica (Lc 3,10-18).
♦ In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
♦ Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
♦ Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Domenica “Gaudete”, Rallegratevi!
♦ Il profeta Sofonìa esorta Gerusalemme a rallegrarsi, perché il Signore nostro Dio, in mezzo a noi, è un Salvatore potente che ci rinnova con il suo amore misericordioso (I Lettura).
♦ Non scoraggiamoci, ma cantiamo ed esultiamo perché il Signore è nostra forza e nostro canto. L’apostolo Paolo nella lettera ai Filippesi ci invita ad essere gioiosi nel Signore che è vicino a noi sempre (II Lettura). Siamo amabili, non affliggiamoci, ma preghiamo presentando al Signore le nostre richieste. La pace del Signore custodirà la nostra vita.
♦ L’evangelista Luca ci presenta la predicazione di Giovanni Battista che invita tutti a convertirsi, a prepararsi ad accogliere il Messia.
Egli indica concretamente che cosa fare: condividere i beni con i poveri, praticare la giustizia, rispettare tutti. – Giovanni non esige la durezza della vita che egli conduce, non disapprova neanche le attività proprie ai laici che vanno verso di lui. Tuttavia, egli sa indicare a ognuno quello che deve convertire in se stesso, e come realizzare i propri doveri verso il prossimo, e nello stesso tempo indicare loro chiaramente dove risiedono l’ingiustizia e l’errore che devono essere superati. Giovanni non è neanche degno di slegare i suoi sandali; a lui, Giovanni, è stato solo chiesto di preparare il cammino del Signore.
Giovanni battezzava con acqua, Gesù invece battezza in Spirito Santo e fuoco, purificando i cuori, bruciando come il fuoco la paglia, ovvero le opere del male (Vangelo). Attingiamo alla sorgente della gioia, l’Eucaristia. (don Francesco Dell’Orco)
♦ Intanto ci si lascia cadere le braccia vedendo le tante contraddizioni che viviamo; siamo continuamente travolti da mille notizie che ci scoraggiano. Ma se Dio è vicino, nulla ci può veramente spegnere, angustiare, allontanare da lui.
E questo Avvento, ancora segnato dalla paura del contagio del virus, dall’incertezza del futuro, dall’insofferenza sociale, dalla dilagante crisi nelle nostre comunità cristiane, ha proprio questa finalità: far dimorare il nostro cuore in Dio, alzare lo sguardo, immergerci nelle profondità dell’oceano, abbandonando la superficie scossa dalla tempesta.
Avvento è questo: tornare a credere che Dio è felice e che ci rende felici.
Per chi accoglie Gesù è sempre tempo di gioia. C’è la gioia dell’attesa, la gioia della presenza e la gioia della testimonianza.

Per la preghiera.
♦ O Padre , guarda il tuo popolo, che attende con fede il Natale del Signore, e fa’ che giunga a celebrare con rinnovata esultanza il grande mistero della salvezza.
♦O Dio, fonte di vita e di gioia, rinnovaci con la potenza del tuo Spirito, perché, affrettandoci sulla via dei tuoi comandamenti, portiamo a tutti gli uomini il lieto annuncio del nostro Salvatore, Gesù.
♦ Vieni, Signore Gesù, non tardare: aiutaci a vivere intensamente la novità del primo Natale nell’attesa della tua venuta gloriosa.
♦ Vieni, Signore Gesù, vieni a salvarci dal peccato, accogli la nostra umile e fiduciosa preghiera e presentala al Padre.
♦ Spirito Santo, scendi su tutti coloro che vivono la stagione del dolore, perché, raggiunti dai gesti e dalle parole degli operatori sanitari e pastorali, sentano la continua presenza del Signore che viene.
♦ Spirito Santo, donaci la forza per abbandonare ogni ambiguità, per andare incontro al Signore con cuore gioioso.
Amen.

Questa terza domenica dell’Avvento si chiama “Domenica Gaudete” (Domenica “Gioite”) e il motivo è tratto dalla Lettera ai Filippesi: “Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino (Fil 4,4.5) e rafforzato dal versetto del salmo responsoriale “Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele (Isaia, 12). – Colui che attendiamo nel Natale può colmare tutti i nostri vuoti e far rifiorire ogni deserto umano. Il Bambino di Betlemme è il nostro Salvatore. Per chi accoglie Gesù è sempre tempo di gioia. Avvento è anche questo: tornare a credere che Dio è felice e vuole renderci felici. Perciò stare attenti: “Negare i diritti dei deboli significa negare la dignità umana” (Papa Francesco).

Condividi l'articolo