Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Ragazzi difficili ieri,
apostoli oggi.
Racconta don Danilo Magni: «Da ragazzo ero davvero un birbante; mi divertivo a far disperare chi si occupava della mia educazione». Poi, però, qualcosa nella sua vita è cambiato: «Mi sono accorto che Dio e gli adulti attorno a me mi stavano amando. È stata questa la scintilla della mia vocazione. E poi ho visto la gioia e il cambiamento positivo di tanti giovani, da alcuni definiti “lontani”, quando ho iniziato a fare qualcosa per la loro crescita umana e spirituale».
Don Danilo, 45 anni, sintetizza così la sua chiamata a entrare nella congregazione dei Giuseppini del Murialdo e a diventare sacerdote. Oggi è viceparroco di Nostra Signora della Salute «dove ho svolto il mio primo incarico come direttore dell’oratorio. La parrocchia fa parte di una realtà complessa che si chiama Opera torinese del Murialdo e abbraccia esperienze educative e pastorali».
Ha lanciato un progetto unico. Sono circa 17.500 gli abitanti della parrocchia nel quartiere Borgo Vittoria di Torino, dove si sente la diffusa mancanza di senso e la piaga della disoccupazione. Dice don Danilo: «Queste due “periferie esistenziali”, unite all’impoverimento culturale, all’incapacità di interpretare i nuovi scenari sociali, all’immissione massiccia nel territorio di immigrati, all’isolamento dei più deboli, creano un mix da affrontare in modo articolato».
Il viceparroco, dunque, cerca di curare, oltre alla catechesi, «l’educazione, il lavoro e la sperimentazione di un nuovo stile di vita, inclusivo e partecipato. Per questi motivi, tra le varie iniziative, sulla base di altre esperienze positive all’estero abbiamo creato il primo Centro per l’innovazione sociale in Italia: anche questo è un modo per stare dentro le periferie e portare, pur con le nostre limitate capacità, la luce di Cristo».
Per arginare la piaga della disoccupazione, la parrocchia e l’Opera torinese del Murialdo seguono circa 3mila giovani e famiglie in percorsi di formazione. Ricorda don Magni: «Papa Francesco ripete spesso che la più grande povertà di oggi è la mancanza di lavoro (o un lavoro iniquo e inequo), perché ciò toglie la dignità alla persona umana».
(fonte: miopapa.it/torino)
26 maggio 2015.