Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Quella fotografia sull’altare.
Nella festa dell’esaltazione della Santa Croce (14 settembre), Papa Francesco ha dedicato l’Eucaristia al sacerdote francese don Jacques Hamel, sgozzato da due giovani terroristi lo scorso 26 luglio in Normandia. – Alla celebrazione ha partecipato l’arcivescovo di Rouen Dominique Lebrun con ottanta pellegrini dell’arcidiocesi. Sull’altare della celebrazione era collocata la fotografia in cui l’anziano prete ucciso è ritratto mentre medita la parola di Dio. Quasi una beatificazione ante litteram.
♥ «Alla fine della messa Papa Francesco mi ha detto di esporre nelle chiese la foto di don Jacques Hamel, perché lui è beato adesso. Anzi, dopo aver firmato l’immagine ha aggiunto: “E se qualcuno ti dice che non puoi, rispondi che ti ha autorizzato il Papa”».
♦ Lo ha rivelato l’arcivescovo Dominique Lebrun, dopo aver partecipato, con ottanta pellegrini dell’arcidiocesi di Rouen, alla messa celebrata dal Pontefice a Santa Marta.
Nella festa dell’esaltazione della Santa Croce, il Papa ha dedicato l’Eucaristia al sacerdote francese sgozzato da due giovani terroristi lo scorso 26 luglio in Normandia. La stessa fotografia in cui l’anziano prete è ritratto mentre medita la parola di Dio, era stata collocata sull’altare della celebrazione, che il Pontefice ha presieduto indossando i paramenti rossi, colore liturgico del martirio.
♦ «Le suore e la coppia sopravvissute al massacro non sono venute per motivi di salute, allora ho chiesto al Papa di firmare la foto per loro. E lui mi ha detto: “La mettiamo sull’altare”». Tra i presenti al rito c’erano invece alcuni famigliari dell’anziano prete ucciso: le sorelle Roselyne e Chantal Hamel e il nipote David Preterre. E proprio Roselyne ha accompagnato monsignor Lebrun nella Sala stampa della Santa Sede per incontrare i giornalisti al termine della celebrazione.
♥ «I nostri fratelli musulmani — ha detto la donna rispondendo a una domanda — pregano un Dio come il nostro, un Dio di amore e tolleranza». Perciò i «giovani che hanno ammazzato mio fratello» lo hanno fatto «in nome di un dio che non è il Dio dell’islam né del cristianesimo».
♦ Sulla stessa scia l’arcivescovo, che ha fatto riferimento alle parole pronunciate poco prima dal Pontefice all’omelia: «Gli assassini hanno accettato l’influenza del diavolo, di Satana, ma solo loro. E il nostro fratello Jacques, come ha detto il Papa, ha avuto la lucidità di dirlo. Già aveva ricevuto le prime coltellate, era a terra: ma sapeva che non potevano esserci quei giovani all’origine di questo male, ma solo il diavolo».
(fonte: Osservatore Romano).