Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Quei bimbi salvati dal mare.
– Ogni volta che i media ci offrono le immagini di salvataggio di bambini dai vari pericoli, il nostro cuore si commuove e nello stesso tempo si sdegna perché si espongono consapevolmente i bambini al pericolo.- Forse lo facciamo tutti… non conoscendo la disperazione di chi scappa per trovare un luogo dove vivere: lavorare e crescere in pace.
– Ma l’impatto più forte lo hanno coloro che superando le “vuote” discussioni, si offrono a salvare chi sta in pericolo.
– Così nei giorni scorsi a Isola Capo Rizzuto, vicino Crotone, è stato realizzato un salvataggio di minori che lascerà il segno proprio nella vita dei soccorritori.
– Un ispettore di polizia è intervenuto con i colleghi per salvare 88 migranti su un’imbarcazione alla deriva. E c’erano bambini a bordo: “Una bambina mi si è aggrappata al collo, la sua vita era nelle mie mani, non lo dimenticherò… quei bimbi salvati dal mare, come miei figli”.
– Una fraternità di istinto, ma di un istinto buono che rivela profonda umanità.
Isola Capo Rizzuto 4 novembre 2021.
♦ Dopo l’allerta, scatta l’allarme e il richiamo a correre in soccorso. Oltre ai volontari occasionali del luogo del naufragio si mobilitano rispondono le forze dell’ordine e delle Associazioni varie.
Un ispettore di polizia è intervenuto con i colleghi per salvare gli 88 migranti su un’imbarcazione alla deriva.
“Vedevo quei bambini terrorizzati sul barcone, sballottato dalle onde. Anche io ho due bimbi. Non ci ho pensato nemmeno un attimo… “.
♦ L’ispettore Luigi Crupi è fra i poliziotti intervenuti l’altra notte in località Cannella, nei pressi di Isola Capo Rizzuto (Crotone), per salvare 88 migranti a bordo di un’imbarcazione alla deriva, giunta dalla Turchia. Crupi, 42 anni e una lunga esperienza nelle volanti, è stato allertato dalle chiamate al 113 di molti cittadini che assistono alla terribile scena.
♦ Sullo scafo, arenatosi a 150 metri dalla riva, si agitano decine di migranti: cittadini iraniani, afghani, siriani, palestinesi e srilankesi stremati per la lunga traversata in mezzo a un mare forza 4 e scossi dalle forti raffiche di vento. Fra loro ci sono diverse famiglie, una decina di donne, una quindicina di bambini e alcuni disabili.
♦ Giunto sul posto, l’ispettore realizza subito la drammaticità della situazione e non esita a tuffarsi, insieme ad altri colleghi.
♥ In mezzo ai flutti, si avvicina al barcone e riceve in braccio una bimba dal suo papà: “Mi si è aggrappata stretta. Non comprendevo la lingua del genitore, ma si capiva che mi stava pregando di portare a riva sua figlia”.
♥ Crupi è padre di due bambini di quell’età e, in quel momento “era come se uno di loro mi stesse abbracciando. Un bimbo, quando è in braccio al papà, sente che non gli potrà succedere niente di brutto…”.
♥ Così, l’ispettore guadagna rapido il bagnasciuga e mette la bimba sulla terraferma.
Uno dopo l’altro, bambini e adulti vengono tratti in salvo, coperti e rifocillati.
♦ Ma diverse ore dopo, quando l’adrenalina dell’azione ha ormai lasciato il posto al self control, l’ispettore Crupi sente comunque ancora addosso l’emozione di quel salvataggio.
♦ Rivedendo le immagini di quegli attimi concitati, trasmesse dai tg e diventate virali sui social network, ha quasi gli occhi lucidi: “Guardando quei bimbi, pensi alle traversie che hanno dovuto affrontare e al viaggio tremendo che hanno fatto. In quei momenti, la loro vita era nelle nostre mani. È un ricordo che mi accompagnerà per sempre”.
(fonte: cf Avvenire.it, 5 novembre 2021).