Fede e dintorni

Quando muore un prete amico degli ultimi

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Quando muore un prete amico degli ultimi.

– Molti di noi non lo abbiamo mai sentito nominare… Eppure grande emozione ha suscitato la morte di padre Arcangelo Maira, il difensore degli oppressi dei campi del Tavoliere e in alcune zone dell’Africa, sacerdote e missionario scalabriniano dal 1992.
– Si è spento a 59 anni dopo essere stato missionario in Mozambico e Sudafrica, e poi fortemente impegnato a favore degli oppressi delle terre di Puglia: dall’Africa alla Capitanata padre Arcangelo è stato un prete sempre in mezzo agli ultimi.
– Il tam tam dei media che amplificano a dismisura le notizie di preti corrotti e meschini abusatori di minori, forse non ha fatto sufficiente “rumore” per questo sacerdote che ha speso la sua vita sacerdotale stando sempre dalla parte degli ultimi.
– E allora ulteriori informazioni e immagini bisogna ottenerle con paziente ricerca sul web. – Gesù aveva detto: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Marco 9,34).

A 59 anni si è spento Padre Arcangelo Maira.
Sacerdote scalabriniano, già missionario in Mozambico e Sudafrica, noto per l’impegno a favore degli oppressi e degli ultimi. Un prete in scarpe da tennis e abiti usati presi alla Caritas, sempre in mezzo agli ultimi in Africa come nei ghetti della Capitanata.
♦ È morto martedì 21 settembre a Bassano del Grappa a soli 59 anni padre Arcangelo Maira, sacerdote e missionario scalabriniano dal 1992. Una grave malattia degenerativa lo ha immobilizzato e ucciso in cinque anni di calvario. Era un uomo instancabile sempre accanto, anche fisicamente, agli ultimi.
♦ I funerali sono stati celebrati a Bassano nella cappella del Centro missionario e trasmessi sul canale Facebook della congregazione per evitare assembramenti.
♦ Tantissimi infatti i messaggi di dolore e cordoglio anche sui social da parte di amici, volontari e beneficiari che hanno condiviso con lui un pezzetto di cammino sulle strade polverose dell’Africa e dei ghetti del Tavoliere delle Puglie.
Un messaggio, in particolare, esprime il sentire comune di tanti: «Era uno di quei preti che quando li incontri ti cambiano l’anima».

Qualche nota biografica.
♦ Padre Arcangelo ( Arca per tutti) era nato a Caltanissetta nel 1962 e aveva conosciuto sulla pelle l’esperienza migratoria. La famiglia si era infatti spostata a Basilea, in Svizzera, dove è cresciuto e ha maturato la sua vocazione.
Dopo l’ordinazione è stato in Germania, poi in in Sudafrica e in Mozambico.
Quindi alla fine degli anni 2000 iniziò la missione con “l’Africa in Capitanata” nella comunità scalabriniana di Siponto, dove si occupò attraverso la Migrantes dei raccoglitori di pomodori sfruttati e schiavizzati dai caporali trovando anche il tempo di fare l’assistente dell’Agesci.
Era arrivato nei ghetti a cavallo delle diocesi di Foggia e Manfredonia prima di molti altri, col suo furgone colorato. In silenzio – prima di tanti che amano soprattutto apparire. La Chiesa in mezzo a persone di fedi diverse.

Il suo carisma.
Anima pulita e uomo di sconfinata fede, ma anche persona pratica ed essenziale, guardava ai tanti bisogni e agiva immediatamente. Portava cibo e e medicinali, spiegava ai lavoratori i loro diritti e come denunciare gli sfruttatori, li accompagnava dai caporali che non volevano pagare a riscuotere i salari rischiando in prima persona.
E denunciava sui media e in convegni le ingiustizie che vedeva, senza paura di nessuno, anche se all’inizio era una voce nel deserto.
Faceva rete, coinvolgeva le associazioni. Nei ghetti del Tavoliere, dove ho avuto modo di conoscerlo per “Avvenire” nell’estate del 2013, aveva portato i volontari dei campi di servizio “IoCiSto” a impartire lezioni di italiano e a riparare le biciclette dei braccianti per farli muovere autonomamente dai caporali , ma soprattutto a portare umanità.
♥♥ Per lui era normale celebrare la Messa per i braccianti in una baracca dove vivevano e lavoravano le prostitute.
«Arca (Padre Arcangelo) mostrava, attraverso le relazioni con i più periferici, come intendesse condurre il lavoro di network sul territorio che gli spettava come ufficio Migrantes – ricorda padre Gabriele Beltrami responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali degli Scalabriniani –. Niente lavoro virtuale, né rapporti puramente istituzionali, tutto partiva sempre dalle persone toccate dalle ingiustizie che abbondavano in quella parte del foggiano. Così ha mostrato, ha confermato il suo stile».

Gli è stata accanto fino all’ultimo la mamma. «Adesso la sua anima è libera dal corpo in cui era ingabbiata ed è in cielo», ha scritto su Facebook in un commovente messaggio la famiglia. – Padre Arcangelo sarà sepolto a Basilea.
Su una baracca della pista di Borgo Mezzanone, uno dei gironi infernali in cui ha portato il Vangelo,l’ultimo saluto dei suoi amici, i più umili: «Eri e resterai uno di noi».

(fonte: cf Avvenire.it, 24 settembre 2021 e altro web).

In memoria di padre Arcangelo Maira (1962-2021)
Padre Arcangelo, scalabriniano, vive in Cristo
♦ Alle prime ore dell’alba di questa mattina (21 settembre) è giunta la notizia della morte di p. Arcangelo Maira, sacerdote della Congregazione di s. Carlo (Scalabriniani), nato il 26 aprile 1962, ordinato sacerdote il 4 luglio 1992.
Era ricoverato a Casa Gerosa, a Bassano del Grappa, a motivo del suo stato di salute conseguente alla grave malattia che l’ha colpito e che si è rapidamente aggravata in questi ultimi mesi.
Padre Arcangelo ha speso una parte importante del suo ministero presso la Comunità dei Missionari Scalabriniani di Siponto, nella Diocesi di Manfredonia-Vieste-S. Giovanni Rotondo prestando il suo servizio ai migranti come direttore dell’ufficio Migrantes della diocesi e anche come assistente ecclesiastico nel gruppo scout Agesci di Manfredonia.
Attraverso il suo stile essenziale e pratico, animato da una fede gioiosa e accogliente, ha coinvolto nel servizio agli ultimi tanti uomini e donne di buona volontà della Diocesi e del territorio della Capitanata, disegnando con loro un volto di ‘Chiesa in uscita’, evangelico e vero.
Padre Mauro Lazzarato,
superiore regionale degli Scalabriniani

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Padre Arcangelo è un amico e un fratello
e noi ci sentiamo onorati di averlo avuto nostro ospite.
La sua vita, nella diversità di carismi, ci è di esempio e ora ci sostiene anche la sua intercessione.
Riposi in pace.
La Comunità dell’Abbazia santa Maria di Pulsano (Monte Sant’Angelo FG)

Molti di noi non lo abbiamo mai sentito nominare… Eppure grande emozione ha suscitato la morte di padre Arcangelo Maira, il difensore degli oppressi dei campi del Tavoliere e in alcune zone dell’Africa, sacerdote e missionario scalabriniano dal 1992. Si è spento a 59 anni dopo essere stato missionario in Mozambico e Sudafrica, e poi fortemente impegnato a favore degli oppressi delle terre di Puglia: dall’Africa alla Capitanata padre Arcangelo è stato un prete sempre in mezzo agli ultimi.- “Animato da una fede gioiosa e accogliente, ha coinvolto nel servizio agli ultimi tanti uomini e donne di buona volontà della diocesi e del territorio della Capitanata, disegnando con loro un volto di ‘Chiesa in uscita’, evangelico e vero”.

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