Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Quando l’uomo ritorna
a Dio (?).
Oggi è la quarta domenica di quaresima, domenica “Gaudete” (Rallegratevi). Il vangelo di oggi racconta il ritorno del figlio prodigo a casa, dal padre. Ed è stata festa grande. Questo avviene ancora nelle esperienze personali di tante persone: il ritorno, coronato dall’abbraccio e dalla festa. – Ma oggi la domanda è: “Riuscirà l’uomo (inteso come umanità) a ritornare al suo Dio e Padre? Quando l’uomo rinunzierà liberamente alle possibilità offerte da una scienza pervertita, da una tecnica diventata mostruosa, da una economia che stritola il più debole, da una pseudo cultura che privilegia più l’interesse di pochi anziché il bene comune?”. – L’impressione è che la strada sia in discesa e porti l’uomo lontano dal suo Dio. Ma rimarranno sempre vivi e attuali i ritorni di tanti che, stanchi di bere alle alle sorgenti avvelenate, vorranno gustare e gioire alle sorgenti della Vita e dell’Amore.
Dal vangelo di oggi (cf Lc 15,1-3.11-32)
Il figlio, ritornato, disse al Padre: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”.
Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Utero in affitto, nuovo schiavismo
♦ “Utero in affitto: la nuova frontiera dello schiavismo” è il titolo di una conferenza avvenuta a Verona. Intanto il ministro della Salute promette: “Fare dell’utero in affitto reato universale”
Lo scorso 20 febbraio 2016 al convegno veronese “Utero in affitto: la nuova frontiera dello schiavismo”, è intervenuto il dott. Emmanuele Di Leo, Presidente della Steadfast Onlus, ex ufficiale dei Carabinieri e membro del Comitato “Difendiamo i Nostri Figli”, organizzatore del Family Day.
Egli ha definito la pratica dell’utero in affitto “un mero atto commerciale, che prevede lo sfruttamento di donne, spesso in stato di indigenza, per realizzare il capriccio egoistico di alcuni soggetti e per sviluppare il business degli allevamenti di essere umani”.
♦ Talune organizzazioni infatti offrono “listini” di donne disposte ad affrontare una gravidanza per conto di altri soggetti (coppie etero sterili, coppie omosessuali, single).
“Avere” un bambino è consentito da un “contratto” che stabilisce le modalità della gravidanza, dei pagamenti, dei trattamenti sanitari e della consegna del bambino; la “biomedicina” permette, poi, di prelevare il seme e gli ovuli dalla coppia richiedente, o, nel caso di coppie omosessuali, da terze persone; questi vengono fecondati e impiantati nell’utero della madre surrogata per la gestazione.
♦ L’intervento, che espone la donna al rischio di aborti spontanei, se necessario viene ripetuto. Se il feto “in produzione” non è di “qualità” viene soppresso, se nasce “conforme” viene subito spedito agli acquirenti…
♦ … La “surrogazione” dell’utero non realizza un atto di liberalità, ma un nuova forma di schiavitù, la più remunerativa. Un motivo in più per ricordare a tutti che i bambini nascono per “contatto” e non per “contratto”.
♥ Sul tema, il giorno dopo l’approvazione delle unioni civili, è intervenuta Beatrice Lorenzin, ministro della Salute: “Presenterò un testo per rendere l’utero in affitto reato universale e poter perseguire il reato anche all’estero. Intendo continuare attivamente questa grande battaglia di civiltà e umanità anche a livello internazionale, dando il mio contributo come donna e politico per costruire un grande movimento globale al di là degli schieramenti dei partiti”.
(fonte: cf zenit.org, 26 febbraio 2016).