Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Quando l’ascolto si fa difficile.
– Ecco un luogo comune: i ragazzi “non ascoltano”… Ma l’esperienza di tutti i giorni ci dimostra che non si tratta solo dei ragazzi, ma di giovani e di uomini e donne alle prese con un ritorno di “adolescenza ribelle”.
– Quale verbo di complemento possiamo premettere a quello di ascoltare?: “non vogliono”, “non sanno”, “non riescono”… ad ascoltare? – È bastato che cessasse il regime di ristrettezza imposto dalla lunga pandemia del coronavirus (che però sta andando avanti in maniera più subdola), che in tanti hanno impensierito seriamente l’opinione pubblica e le stesse autorità. Niente mascherina, niente distanza sociale, preoccupanti assembramenti, anzi ammucchiate da movida. Cose che rischiano di mandare all’aria i sacrifici finora fatti.
– E’ bastato vincere uno scudetto per dare sfogo ad istinti incontrollati e a gesti offensivi verso tifosi di altra sponda. – Ora il virus è ancora all’opera e aspetta occasioni favorevoli per colpire ancora. – La maleducazione, quale il tifo esasperato ed estremo, non rispetta né luoghi e né persone. Scritte offensive a caratteri cubitali nello stadio, sventolate con bandiere e proiettate finanche sulla facciata di una chiesa, dicono quanto ci sia necessario che tanti hanno bisogno di ascoltare per davvero. E si tratta di ragazzi, giovani, uomini e donne che non lo hanno fatto nella loro formazione di base.
La storia del ragazzo che voleva smettere di studiare.
♦ Una volta, alla fine dell’anno scolastico, un bambino disse a suo padre: “L’anno prossimo non studierò”. Il padre rispose: “Ah, Davvero? Ma qui a casa non rimani per niente, e non avrai più la tua paghetta. Ti troverò un lavoro”.
♦ Il padre andò da un amico che era un caposquadra in una ditta di costruzioni. Spiegò il caso e disse: “Per favore, mettilo nella tua squadra”.
I giorni passarono.
♦ Dopo che il ragazzo sostenne l’ultimo esame, il padre gli disse: “Il tuo lavoro è pronto. Farai parte di una squadra di uno che è mastro nelle costruzioni. Egli ne ha bisogno e vuole che tu inizi domani ”.
♦ Il giorno seguente, quel bravo figlio andò a lavorare.
Il lavoro iniziale fu quello di fare da garzone ai muratori.
E presto le sue mani furono chiamate ad impastare il cemento e a trasportarlo con la carriola.
Passò una settimana, due settimane …
♥ All’inizio di gennaio, il ragazzo disse a suo padre: “Papà, ho cambiato idea. Continuerò a studiare ”.
E fece la sua iscrizione a scuola.
♥ Chi racconta questa storia ora è un medico affermato, che aggiunge: “Se non fosse stato per la tattica di mio padre, avrei smesso di studiare quell’anno. Pensavo che mio padre avrebbe continuato a darmi la solita paghetta e a soddisfare tutte le mie voglie: fare passeggiate e divertirmi. Ma, poi, ho provato quanto costa guadagnare soldi ”.
Fare riferimento ai valori cristiani.
♥ Il mese di maggio ci invita a guardare Maria, la Madre dolorosa, che ci ha generati ai piedi della Croce. “Donna, ecco tuo figlio!”, “Figlio, ecco tua madre!”.
♥ – L’amore della nostra cara Madre Maria possa accendere il fuoco di quelle virtù che sono nascoste sotto il velo della nostra tiepidezza o peggio ancora sotto la scorza del menefreghismo.
(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).