Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Quando la gentilezza fa miracoli.
– Tutti sentiamo il bisogno di gentilezza; di atti gratuiti che aiutano a cambiare il cuore, di sguardi più attenti, di parole dal suono e significato sorridente e inclusivo.
– Il nostro tempo, infettato da una pandemia che sembra non aver fine, è diventato un tempo difficile attraversato sempre più spesso da asprezze e distanze, da rappresentazioni degli altri connotate dalla diffidenza e dalla chiusura.
– Un gesto buono, di gentilezza, fa sempre bene! Allora fa bene sollecitare e moltiplicare le parole e i gesti di cura e di attenzione verso gli altri o anche permettere agli altri di avvicinarsi a noi.
-Tante piccole azioni positive messe insieme possono contribuire a cambiare il mondo che viviamo. Ma naturalmente questo dovrebbe essere fatto ogni giorno e non solo nel “giorno della gentilezza” (o di San Valentino). Dovrebbe diventare stile di vita.
– Dice la Filastrocca del piccolo gesto importante: “Un piccolo gesto è una pietra preziosa, cela un segreto che è molto potente… E’ un gesto inutile? Non importa, piccoli gesti hanno forza infinita. Se ognuno spazza davanti alla propria porta, la città intera resterà pulita”.
Il gesto che convertì un uomo.
♦ Un uomo stava vivendo una crisi di fede. I suoi amici gli dissero: “Vai a parlare con il prete”.
♦ Andò, anche se lui e il prete non si conoscevano. Arrivato a casa del prete, vide che c’erano molte persone che aspettavano di parlargli. Nella stanza d’attesa non c’era più una sedia libera, così rimase in piedi.
♦ Tra un ascolto e l’altro, il prete si affacciò nella stanza e, vedendo che quell’uomo era in piedi, entrò, portò una sedia e gliela offrì, insieme a un sorriso.
Questo era ciò che mancava alla conversione di quell’uomo.
♥ Quando fu il suo turno di parlare con il sacerdote, disse, molto felice:
– Ero venuto per dirle che ero lontano dalla Chiesa, ma ora voglio partecipare pienamente. Cosa dovrei fare?
Il prete rispose:
♥ – Ti diamo il benvenuto con gioia. Benvenuto! Che ne dici di ricevere il sacramento del perdono di Dio? ”
L’uomo accettò la proposta e si confessò.
♥ Un semplice gesto di benvenuto può cambiare una persona, può entrare come una luce nella sua vita.
♥ La conversione è una grazia che viene dall’alto, ma sempre attraverso una mediazione umana.
(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).
Una buona confessione fa sempre bene.
♦ C’è un precetto della Chiesa che ci ricorda: «Confessa i tuoi peccati almeno una volta all’anno».
♦ La sacra Scrittura ci dice che il Creatore non ci ha voluti come esseri pensanti, liberi, capaci di amare, ma anche di compiere il male. E noi facciamo esperienza che il peccato fa parte della nostra esistenza terrena.
♦ Infatti, nessuno è senza peccato e tutti abbiamo bisogno di perdono. Solo chi ha fatto l’esperienza del perdono è anche capace di amare veramente. Chi si crede perfetto ama solo sé stesso.
♥ In questa vita terrena ciascuno di noi è chiamato a riconoscere la propria fragilità e imperfezione per sperimentare la gratuità del perdono.
♥ Gesù iniziò la sua missione dicendo: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1, 15).
Il precetto che impegna a celebrare il sacramento della penitenza e del perdono, confessando almeno una volta all’anno i peccati gravi, mira ad evitare che il male si radichi profondamente nel cuore umano, lo corrompa e diventi uno stile abituale di vita, danneggiando se stessi e gli altri.
♥ Nessun peccato è “privato” perché è sempre in qualche modo una forma di egoismo idolatrico che rende schiavi di sé stessi e incapaci di giuste relazioni con il prossimo.
♥ Tuttavia, anche per i peccati non gravi, questo sacramento dona la forza dello Spirito Santo per continuare quel cammino di conversione che ci permette di far emergere sempre più dai nostri cuori ciò che vi è in essi di bello, di vero, di giusto e di buono; cioè l’immagine che Dio ha impresso di sé in ogni essere umano.
(Silvano Sirboni, liturgista, in ladomenica.it).