Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Quando il confessore sorride.
Tutti (o quasi) ci andiamo a confessare. Anche il Papa si confessa, e, naturalmente anche i sacerdoti. Al di là delle difficoltà che questo sacramento incontra (modalità, circostanze, sacerdote che confessa…), un denominatore comune resta alla sua base: la serenità e la gioia che fa ritrovare. E davvero il sacramento fa sperimentare al penitente la partecipazione alla gioia di Dio Padre, che riabbraccia il figlio prodigo, alla gioia del figlio, che ritrova l’amore della famiglia di Dio. Non è mai troppo tardi per provarlo. Soprattutto in questo Giubileo della Misericordia.
♦ S. Ludovico Bertrando, domenicano, ottimo confessore, accolse un giorno la confessione di un grande peccatore.
Questi, pieno di timore, diceva un peccato e poi sbirciava la faccia del confessore, per coglierne l’impressione.
Vedeva che il confessore ad ogni peccato, anche grave, sorrideva, quasi contento.
Perciò, alla fine, si sentì in dovere di dire:
– Padre, ho ancora un altro grosso peccato da confessare.
– Dì pure, figliolo.
-L’ho fatto proprio durante questa confessione!
– Non importa, dì pure.
– Riguarda lei.
– Non fa nulla, confessalo lo stesso.
– Padre, ho avuto un grave giudizio temerario nei suoi riguardi. Poiché ad ogni mio peccato, lei sorrideva, ho pensato che anche lei fosse un grande peccatore e magari più di me!
Il santo confessore rispose:
♥ – E’ vero che io sono un peccatore più grande di te; ma sorridevo durante la tua confessione, perché provavo la gioia del padre, che poteva finalmente abbracciare il figlio prodigo! In cielo si fa una gran festa, quando un peccatore si pente e ritorna a Dio.
(fonte: Esempi catechistici)
Dal Vangelo
Il padre disse ai servi: “Facciamo grande festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita! (Lc, 15, 23-24).