Fede e dintorni

Prete partigiano per l’umanità

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Prete partigiano per l’umanità.

Monsignor Giovanni Barbareschi, prete partigiano per l’umanità, è morto a 96 anni nella serata di giovedì 4 ottobre, all’Istituto Palazzolo di Milano dove era ricoverato da qualche mese.
– Il sacerdote ambrosiano fu protagonista dell’antifascismo cattolico e tra i preti «ribelli per amore», Giusto tra le nazioni e Medaglia d’argento della Resistenza. Fu protagonista non solo della Resistenza cattolica, ma anche intermediario per i vinti; curatore testamentario di don Gnocchi, amico del cardinale Martini.
– Il funerale, molto partecipato, è stato presieduto da monsignor Franco Agnesi, Vicario generale e Vescovo ausiliare della Diocesi giorno 8 ottobre nella chiesa di San Pio V e Santa Maria di Calvairate.

♦ Don Giovanni Barbareschi nasce a Milano l’11 febbraio 1922.
Prima di essere ordinato sacerdote, assieme a Teresio Olivelli, Carlo Bianchi, David Maria Turoldo, Mario Apollonio e Dino Del Bo, partecipò agli incontri che portarono alla fondazione de Il Ribelle, giornale che «esce quando può» (26 numeri in totale), malgrado gli enormi rischi sia per stamparlo, sia per distribuirlo.
♥ L’8 settembre 1943 decide di appoggiare la Resistenza. Entra nelle Aquile randagie, il movimento scout milanese clandestino. Collabora attivamente all’opera di Oscar (Organizzazione soccorso collocamento assistenza ricercati) preparando i documenti falsi e portando in salvo in Svizzera molti ricercati (ebrei, renitenti alla leva, evasi dai campi di prigionia, intellettuali e politici antifascisti).
♥ Il 10 agosto 1944, ancora diacono, fu incaricato dal cardinale Alfredo Ildefonso Schuster di andare a impartire la benedizione ai partigiani uccisi in piazzale Loreto.
♥ Tre giorni dopo (13 agosto) venne ordinato sacerdote dal cardinale Schuster e celebrò la sua prima Messa il 15 agosto; la notte stessa fu arrestato dalle SS, mentre si stava preparando per accompagnare in Svizzera alcuni ebrei fuggitivi. Restò in prigione fino a quando il cardinale non ne ottenne la liberazione. ♥ Quando in seguito si presentò a lui, Schuster [proclamato beato da Giovanni Paolo II il 12 maggio 1996] si inginocchiò e gli disse: «Così la Chiesa primitiva onorava i suoi martiri. Ti hanno fatto molto male gli Alemanni?».

♦ Dopo qualche giorno don Barbareschi partì per la Valcamonica, aggregandosi alle Brigate Fiamme Verdi e divenne cappellano dei partigiani.
♦ Dopo essere stato arrestato, fu portato nel campo di concentramento di Bolzano, da dove riuscì a fuggire prima di essere trasferito in Germania. Ritornato a Milano divenne il “corriere di fiducia” tra il Comando alleato e quello tedesco durante le trattative per risparmiare la città da rappresaglie.
♥ Dal 25 aprile 1945, su mandato del cardinale Schuster, si adoperò per evitare rappresaglie contro i vinti.

♦ Nel dopoguerra, tornato all’attività pastorale e all’insegnamento, fu assistente diocesano della Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e tra i fondatori della Fondazione Giuseppe Lazzati. ♦ Grande amico di don Carlo Gnocchi, lo aiutò nella sua opera e divenne il suo curatore testamentario.
Fu legato al cardinale Carlo Maria Martini da sentimenti reciproci di stima e di affetto e collaborò con lui nell’organizzazione della Cattedra dei non credenti.
♦ Nel 2012 il Corriere della Sera rese pubblico on line un video nel quale don Barbareschi intervistava Martini nel 50° anniversario dall’apertura del Concilio Vaticano II. In quell’occasione il cardinale disse: «Mi pare che don Barbareschi, che stimo e apprezzo da tanti anni come patriarca, sia in diocesi rappresentante della tradizione e questa sia un’occasione per rendergli omaggio. Grazie».
♥ Nel 2011 monsignor Barbareschi fu insignito dell’Ambrogino d’oro, la massima onorificenza civica di Milano.

(fonte: cf Avvenire.it e chiesadimilano.it)

Monsignor Giovanni Barbareschi, prete partigiano per l’umanità, è morto a 96 anni nella serata di giovedì 4 ottobre, all’Istituto Palazzolo di Milano dove era ricoverato da qualche mese. Il sacerdote ambrosiano fu protagonista dell’antifascismo cattolico e tra i preti «ribelli per amore», Giusto tra le nazioni e Medaglia d’argento della Resistenza. Fu protagonista non solo della Resistenza cattolica, ma anche intermediario per i vinti.

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