Sul Piano Strutturale Comunale, cioè lo strumento mirato a disciplinare urbanisticamente il territorio, giunge un nuovo intervento del consigliere Giovanni Macrì. Si tratta in dettaglio di un «avviso pubblico per la selezione di professionisti finalizzata all’affidamento di incarichi professionali di progettazione urbanistica inerenti alla redazione del Piano strutturale comunale (Psc) e del Regolamento edilizio urbanistico (Reu)». Secondo quanto riferito dal capogruppo di “Identità in Progress”, il presidente del consiglio dell’Ordine degli architetti segnalò al Comune di Tropea, con una missiva «acquisita al protocollo generale in data 11 agosto 2008, una serie di violazioni di legge» contenute nel bando di gara pubblicato sul sito del Comune l’11 luglio e sul BUR Calabria il 25 luglio «e ne chiede la modifica». «So per certo – spiega Macrì – che all’epoca si discusse del problema e che, addirittura, l’arch. F. Grande, allora responsabile Utc nonché del procedimento, si dichiarò favorevole all’annullamento della procedura con una lettera, non protocollata, indirizzata al sindaco e al segretario Dg, mettendo nero su bianco le sue convinzioni, perplessità e responsabilità». «L’arch. Grande – racconta ancora Macrì – ebbe un incidente e, intorno al 25 agosto, gli subentrò in tutte le sue posizioni l’arch. Cristoforo Scordo, il quale, con atto del 4 settembre, nominò la commissione di valutazione delle offerte pervenute» entro la scadenza fissata al 25 agosto. «La commissione, dallo stesso presieduta, si insediò il 5 settembre ed iniziò l’apertura delle buste». Secondo il racconto di Macrì la commissione presieduta da Scordo continuò «ad aprire le buste all’indomani, 6 settembre» e poi «per 5 giorni sospese ogni attività». Il 10 settembre, però, venne «acquisita al protocollo generale una diffida inviata dal presidente dell’Ordine degli architetti ove era denunciato il mancato riscontro alla precedente nota, con l’invito al responsabile del procedimento a non aggiudicare l’incarico di cui al bando». Il giorno seguente «si riunì la commissione di valutazione che, preso atto della diffida e della precedente comunicazione, che fu a loro dire “rinvenuta nella stanza dell’arch. Grande”, decise di sospendere la valutazione dei curricula, addebitando ogni responsabilità penale, civile, amministrativa e patrimoniale all’arch. Grande, disconoscendo con ciò, evidentemente e clamorosamente – sottolinea Macrì –, il principio della continuità amministrativa: in altri termini il responsabile Utc, nonché responsabile della procedura di gara, non poteva dire “rinvenuta nella stanza di Grande” perché quella era, da giorno 25 agosto, la sua stanza, e lui accettò onori ed oneri!». Ma la storia non finisce così. «Cosa fa allora – prosegue Macrì – il presidente della commissione di gara dopo averla sospesa? Rimette gli atti al responsabile Utc, cioè a se stesso, che affida il lavoro a chi? Sempre a se stesso, dando seguito ad un delibera di Giunta». In pratica «la redazione dello strumento urbanistico è rimessa oggi all’Utc, che, a mio avviso, oltre a non possedere la strumentazione tecnica e le necessarie professionalità, si trova in un’enorme situazione di conflitto di interessi. Una persona un po’ maliziosa, come il sottoscritto – chiosa Macrì –, non potrà che pensare che l’offerta che doveva vincere è stata superata da un’altra, quindi si è preferito lasciare la gestione del piano all’interno delle mura comunali, facili da controllare e gestire, oppure che l’Utc ha voluto riappropriarsi di un piatto molto ghiotto. Ovviamente si tratta di congetture e illazioni sulle quali, spero, vengano svolte approfondite indagini, perché “a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”, cito Andreotti, e siccome dietro lo strumento si nascondono gli appetiti degli speculatori da pochi scrupoli, che hanno contezza del reale valore dello stesso, in quanto si parla di interessi per centinaia di milioni di euro, abbiamo proposto al sindaco l’istituzione di una commissione di indagine».
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