A Santa Domenica di Ricadi
Finalmente una degni sede ai reperti del territorio
Venti anni di attesa, ma oggi finalmente è una realtà. Nascerà a Ricadi, e precisamente a Santa Domenica, il più importante Museo Paleontologico della Calabria, tanto atteso dagli studiosi del settore e a lungo teorizzato dai componenti del Gruppo Paleontologico Tropeano, associazione presieduta dal professor Pino Carone, artefice del recupero, dello studio e della valorizzazione di uno dei Beni Culturali che più caratterizza il nostro territorio.
Il progetto del Museo Paleontologico è stato presentato nella Sala Consiliare del Comune di Ricadi dal Sindaco Domenico Laria che, con emozione ed orgoglio, ha sottolineato l’importanza di questa nuova opera, fondamentale per la valorizzazione della nostra cultura, che va ad aggiungersi all’anfiteatro di Torre Marrana, già funzionante, alla Stazione Biologica di Capo Vaticano e al Parco Marino in fase di realizzazione.
A presentare il progetto anche la Soprintendente ai Beni Archeologici della Calabria, Simonetta Bonomi che si è congratulata con il Sindaco per la determinazione avuta nel superare tutte le difficoltà amministrative presentatesi in corso di approvazione del progetto e con l’Associazione tropeana per la meritoria opera di tutela che ha svolto negli anni e continua a svolgere. «Tutto questo – ha aggiunto la Bonomi – consentirà al territorio, già di per sé di grande fascino, di dotarsi un ulteriore elemento di pregio». Un plauso anche dall’Ispettrice di Zona, Maria Teresa Iannelli, che ha voluto sottolineare come sia fondamentale la presenza di un Museo Paleontologico in un contesto territoriale di grande valenza archeologica quale è quello della provincia vibonese. Il presidente del Gruppo Paleontologico Tropeano, Pino Carone, artefice delle scoperte che saranno musealizzate, si è dichiarato certo che il Museo servirà da volano e da coordinamento per le attività programmatiche concernenti la ricerca ufficiale, la conservazione e lo studio del materiale che consta di reperti di alto valore scientifico.
Fossili che testimoniano aspetti geologici e ambientali ancora poco noti e controversi si affiancheranno a reperti che sono la testimonianza di un insolito e, per certi versi, inedito scenario geografico continentale ancora da definire. «E’ in questa prospettiva – ha concluso Carone – che deve essere intesa la valenza di questa iniziativa culturale che ambisce di divenire un polo paleontologico di primo livello nel contesto Mediterraneo».
I reperti, interamente provenienti da siti della provincia di Vibo Valentia, coprono un arco di tempo di circa dieci milioni di anni e sono costituiti da vertebrati e invertebrati fossili marini e terrestri. I siti paleontologici della provincia, per l’enorme varietà e quantità di specie fossili, sono ritenuti, a buon diritto, i più ricchi di tutta la Calabria e probabilmente di tutta l’Italia meridionale.
Ha conclusoil ciclo degli interventi l’autore del progetto, l’architetto Vincenzo Carone che, servendosi di disegni e tavole, ha illustrato i tratti più salienti dell’intervento, motivando le scelte di restauro, adeguamento sismico e tecnologico e di allestimento museale dell’edificio ex Palazzo Fazzari ubicato nella centrale piazza Roma, individuato a degna sede del Museo Paleontologico.
Presenti alla Conferenza, con un loro intervento, anche l’Assessore provinciale alla Cultura, Michele Mirabello e il Consigliere provinciale Gianfranco La Torre che hanno fatto sentire la vicinanza dell’Amministrazione provinciale a questo valido progetto.