Il nuovo cortometraggio di Enzo Carone
La storia, nata da una intuizione del regista, prende vita dalle parole di lettere vere scritte da clandestini
La proiezione ha suscitato tra il pubblico numeroso molta emozione : la storia, nata da una intuizione del regista, prende vita dalle parole di lettere vere scritte da clandestini, rintracciate in internet, cariche di quella maltrattata umanità, che spesso non trova voce o più soventemente non viene adeguatamente ascoltata. In dodici minuti Carone racconta la violenza di chi è costretto a subirla per vivere ancora oggi da schiavo, la storia di chi abbandona la miseria per trovarne un’altra ancora peggiore, quella che non fa morire di fame, ma morire di indifferenza e prepotenza.
E’ la storia di Alì, di cento Alì, di mille, di un’intera umanità che forse ha perso la rotta, o non l’ha mai avuta, di questo breve viaggio delle nostre esistenze sempre più mal condotto, sempre più superficiale, sempre più scandito da idolatrie consumistiche e vacue.
E’ la terra di Calabria che si racconta, terra di aranceti, terra di emigrazione, terra della nuova immigrazione, terra di soprusi, ma anche la terra di “Mamma Africa”, di giovani artisti, di chi vuol impegnarsi, di chi con il suo mestiere cerca di cambiarla per farla diventare migliore.
Alì…perdona loro, perché non sanno quello che fanno!