Il nuovo cortometraggio di Enzo Carone
La storia, nata da una intuizione del regista, prende vita dalle parole di lettere vere scritte da clandestini
Presso la biblioteca comunale “Albino Lorenzo” di Tropea è avvenuta la presentazione e la proiezione dell’ultimo cortometraggio del regista Enzo Carone. Alla presenza del regista e degli attori Pino Torcasio, Donatella Pristin, Malcom Atchà, Antonino Sgrò e di tutto il cast tecnico l’appuntamento, patrocinato dall’Amministrazione Comunale, dall’Unitre, dal club Rotary e dal Club Inner Wheel , è stata anche l’occasione per porre l’attenzione su una tematica purtroppo sempre attuale come quella dello sfruttamento dei minori e dei clandestini. La trama del cortometraggio, infatti, tocca argomenti difficili: Totò è un alcolista violento (interpretato da Pino Torcasio), che “compra” un ragazzo di colore, Alì, interpretato dal giovanissimo e bravissimo Malcolm Atcha, quindicenne di Parghelia, da una personaggio senza scrupoli, interpretato da Antonino Sgrò. Totò sfrutta il lavoro di Alì pretendendo tutti i soldi che guadagna. Il ragazzo non avvezzo alla parola, scrive tutte le sue difficoltà e le sue angosce in un diario; poi si ammala…
La proiezione ha suscitato tra il pubblico numeroso molta emozione : la storia, nata da una intuizione del regista, prende vita dalle parole di lettere vere scritte da clandestini, rintracciate in internet, cariche di quella maltrattata umanità, che spesso non trova voce o più soventemente non viene adeguatamente ascoltata. In dodici minuti Carone racconta la violenza di chi è costretto a subirla per vivere ancora oggi da schiavo, la storia di chi abbandona la miseria per trovarne un’altra ancora peggiore, quella che non fa morire di fame, ma morire di indifferenza e prepotenza.
E’ la storia di Alì, di cento Alì, di mille, di un’intera umanità che forse ha perso la rotta, o non l’ha mai avuta, di questo breve viaggio delle nostre esistenze sempre più mal condotto, sempre più superficiale, sempre più scandito da idolatrie consumistiche e vacue.
E’ la terra di Calabria che si racconta, terra di aranceti, terra di emigrazione, terra della nuova immigrazione, terra di soprusi, ma anche la terra di “Mamma Africa”, di giovani artisti, di chi vuol impegnarsi, di chi con il suo mestiere cerca di cambiarla per farla diventare migliore.
Alì…perdona loro, perché non sanno quello che fanno!