Parentela e Nesci, hanno presentato un’interrogazione al ministero P. Agricole
Il fenomeno della contraffazione della cipolla rossa di Tropea Igp è a dir poco preoccupante
Ora a intervenire dovrà essere il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina. Perché il fenomeno della contraffazione della cipolla rossa di Tropea Igp è a dir poco preoccupante.
Basti pensare che ogni anni anno vengono prodotte circa 200mila quintali di cipolla rossa di Tropea Igp, ma sul mercato ne finiscono diversi milioni.
È questo il motivo per cui i deputati del Movimento cinque stelle, Paolo Parentela e Dalila Nesci, hanno presentato un’interrogazione al titolare del ministero delle Politiche Agricole «per arginare il fenomeno della contraffazione della cipolla rossa di Tropea Igp», uno dei prodotti fiore all’occhiello dell’agricoltura calabrese, come giustamente sottolineano i due parlamentari calabresi. Che, per risolvere l’emergenza, propongono anche una concreta soluzione: «un tavolo di crisi – dicono Nesci e Parentela – che coinvolga gli attori della filiera di produzione, la Regione Calabria e gli enti locali interessati».
Insomma, il Movimento cinque stelle, aldilà delle sterili parole, passa ai fatti: avanza una proposta concreta che, finalmente, possa tutelare tutti coloro che, lavorando con onestà, detengono il marchio Igp. Nesci a Parentela, non a caso, continuano: «Visto la grande quantità di frodi in atto, è necessario disporre un controllo capillare da parte delle autorità preposte al fine di arginarne il fenomeno». Un controllo che, purtroppo, ad oggi manca.
Ma non è finita qui. Perché, in realtà, il problema è ben noto da tempo, tanto al Ministero che a Palazzo Campanella e alla “Cittadella”, sedi, rispettivamente, del Consiglio regionale e degli uffici della Regione Calabria. Come infatti sottolineano ancora i due parlamentari, «il governo già due anni fa aveva promesso la creazione di un tavolo di crisi che coinvolgesse il Consorzio e le istituzioni locali per studiare altre forme di contrasto al fenomeno della contraffazione, che rischia di uccidere uno dei prodotti cardine della nostra agricoltura, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo». Com’è possibile, dunque, che dopo due anni e mezzo non sia stato ancora costituito il tavolo di crisi sulla cipolla rossa di Tropea? Domanda legittima, quella di Nesci e Parentela, e che lascia pensare che, se si fosse intervenuti a tempo debito, l’emergenza sarebbe stata perlomeno più contenuta. «Il Ministro Martina e Mario Oliverio – concludono allora i due 5 stelle – si diano una svegliata, ora è il tempo di tenere fede a quella promessa».
Insomma, la palla passa a governo nazionale e regionale. Nella speranza che questa volta, dinanzi alla nuova denuncia di Nesci e Parentela, il ministro Martina e il governatore Oliverio non facciano trascorrere altri due anni. Interminabili per chi vorrebbe vedere garantiti i propri diritti.