Per il calabrese i tre quarti delle preferenze
L’autore de “Gli anni veloci”: «Sono felice»
Carmine Abate si aggiudica la terza edizione del “Premio nazionale letterario Tropea – Una regione per leggere”. Lo davano come favorito sin dalla vigilia ma un divario simile era davvero difficile da pronosticare. Alta la percentuale dei votanti, pari al 74% del totale. Dei 409 sindaci calabresi, infatti, ben 302 hanno espresso la loro preferenza, e a questi si sono aggiunti i 46 della giuria popolare, per un totale di 348 voti. Sembra una strana coincidenza ma le cifre relative al voto dei sindaci dello scorso anno coincide con quello attuale. E mentre le agenzie si rincorrevano, con i puntualissimi interventi della Bottega editoriale di Fulvio Mazza, Pasqualino Pandullo e Livia Blasi offrivano, assieme ai loro ospiti, momenti di vero spettacolo da quello che, per una notte, è stato il cuore pulsante di Tropea.
Ad ogni modo, l’autore de “Gli anni veloci” si è imposto di fronte agli altri due con un margine molto importante, raggiungendo oltre i due terzi delle preferenze di entrambe le giurie, quella dei sindaci e quella popolare.
Positivo il commento del giovane Desiati, che si è detto «felicissimo di aver vinto comunque, per essere arrivato in finale, perché è un premio del Sud e per la grande partecipazione dei lettori, della gente comune e, appunto, per l’opportunità offerta dal “Tropea” di avere questo contatto con la gente».
Diverso il pensiero di Paolo Di Stefano, che a manifestazione conclusa ha fornito un’analisi molto attenta: «Era prevedibile che vincesse un calabrese, non solo per spirito campanilistico, ma è ovvio che un lettore si riconosca più facilmente nei personaggi, nei loro sentimenti e nei luoghi della propria terra».
Ma torniamo al protagonista dell’evento: Carmine Abate. In effetti sembra davvero strano che un autore del suo calibro, che durante la sua carriera di scrittore ha letteralmente polverizzato De Crescenzo a Ischia, sentisse tanto la tensione per la sfida. Ma è proprio per questo che vincere il Tropea, per Abate, significava davvero tanto. «Sto sentendo molto questa competizione – ci aveva confidato lo scrittore poco prima di salire sul palco –, perché, più che in tanti altri Premi, qui è la Calabria che vota, rappresentata dai suoi sindaci e dalla giuria popolare di Tropea».
Aveva assaporato il gusto di vincere fuori casa, quindi, ma la vittoria nella terra che racconta, nella sua Calabria, che dipinge con occhi pieni d’amore, avrebbe avuto un altro sapore. Ci ha sperato, non appena proclamato finalista, ci ha creduto, una volta raggiunta la cittadina tirrenica per le serate finali, e infine l’ha provato, quel sapore tanto bramato. Abate, sceso dal palco con il premio in mano, entusiasta e fiero ci ha infatti ribadito il motivo di tanta felicità. « È la mia gente – ha spiegato Abate – ed ero curioso di sapere se quello che scrivo, l’immagine che offro della Calabria, viene condiviso o no». Il verdetto è stato chiarissimo: “Gli anni veloci” ha raggiunto il cuore del pubblico calabrese. «Sono felicissimo – ha proseguito Carmine Abate – perché significa che quello che racconto della Calabria è condiviso e accettato». «Cerco sempre di non nascondere i problemi della mia terra – ha concluso Abate – ma ne evidenzio anche gli aspetti positivi».