Appare singolare che vengano messe sullo stesso piano strutture assai diverse
La scelta fatta desta non poche perplessità per diversi ordini di motivi
Apprendiamo da voci di stampa che la regione starebbe valutando il potenziamento della rete di posti letto dedicati al covid ed avrebbe individuato tre presidi dove ubicarli; i tre presidi ospedalieri scelti sarebbero l’ex ospedale di Cariati, l’ospedale di Rogliano e quello di Tropea.
La scelta fatta desta non poche perplessità per diversi ordini di motivi.
Intanto appare singolare che vengano messe sullo stesso piano strutture assai diverse, Cariati infatti è una struttura chiusa da diverso tempo, Rogliano è un ospedale pressoché chiuso ubicato in una zona ad alta ospedalizzazione, Tropea è un ospedale operativo con diversi deficit che vedrebbe diminuire ulteriormente la propria operatività in una zona assai sofferente da questo punto di vista, ma vi è di più…
Ci domandiamo infatti che senso possa avere aprire dei posti letto covid in una struttura che, per le sue caratteristiche costruttive, non può garantire i percorsi separati, non ha una terapia intensiva ed ha un laboratorio analisi fortemente ridimensionato dall’ultimo atto aziendale e non attrezzato per processare in tamponi covid, ma vi è di più…
Non si capisce con quale logica si possano prevedere posti covid in un ospedale, come quello di Tropea, che alloca al proprio interno due reparti – oncologia e dialisi – che per loro natura curano soggetti fortemente immunodepressi che rischierebbero moltissimo a causa dell’impossibilità a separare i percorsi… ma vi è di più…
È infatti difficilissimo comprendere come possa pensarsi di aprire posti letto covid senza pensare a nuove assunzioni, l’ospedale di Tropea è infatti al collasso a causa della mancanza di personale medico e paramedico, che ha causato la chiusura dei reparti di chirurgia, ortopedia e la non apertura di quello di geriatria… Dove si troverebbero queste nuove figure professionali necessarie ai posti covid? Delle due l’una: o la regione ha intenzione di effettuare nuove assunzioni, ed allora sarebbe più consigliabile smaltire l’iter burocratico e poi passare agli annunci; oppure si pensa di utilizzare il poco personale esistente chiudendo i servizi ancora attivi…
Proprio qualche giorno fa Il Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri, in una lettera aperta sui gravi effetti della pandemia, ha evidenziato il forte rallentamento delle terapie e dell’assistenza ai malati oncologici causata proprio dal Covid, eppure la rutilante politica sanitaria calabrese non trova niente di meglio che allocare posti covid nell’unico ospedale della provincia di Vibo che ospita un reparto destinato ai pazienti oncologici mettendone a rischio la salute o l’operatività… eppure basterebbe poco… Se infatti la regione pensa di dover aumentare i posti covid, abbiamo nel nostro ambito aziendale i presidi ospedalieri di Soriano, di Nicotera o di Pizzo Calabro che potrebbero tranquillamente essere utilizzati senza mettere in pericolo soggetti immunodepressi o, peggio ancora, l’esistenza dei reparti stessi.
Auspichiamo un ripensamento della regione in merito e facciamo appello alle categorie sociali, alle forze politiche, agli enti locali affinché si scongiuri una decisione che porterebbe solo danni alla già magra offerta sanitaria nel vibonese.
Comitato Pro Ospedale Tropea
Francesco Rotolo