Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Portare i pesi degli altri.
«Portate gli uni i pesi degli altri, Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo», ammonisce San Paolo. Ma perché? Non bastano già i miei pesi, i miei problemi, i miei guai. Eppure, quanta verità c’ è in queste parole, come dimostra una piccola storia.
Un blocco di marmo del peso di due quintali: gli operai operai dovevano scaricarlo da un camion. Erano in quattro ad impegnarsi nell’operazione. Ma uno dei quattro, Fermo, ha ceduto proprio nel momento del massimo impegno e il peso è ricaduto proprio sul collo di Renzo che, non potendosi sottrarre, ha subito, sotto la pressione eccessiva, un grave trauma.
Per lui, seguirono lunghi mesi di ospedale. Periodo che ha fatto riflettere tutti, soprattutto Fermo che non si dava pace nei confronti del ferito: «Non ho fatto la mia parte – ripeteva –; sono scivolato; ho ceduto sotto il peso della lastra di marmo». Insomma, non sapeva come scusarsi, anche se nessuno gliene faceva una colpa. Ma lui ripeteva: «Se io avessi portato la mia parte questo grave incidente non sarebbe accaduto».
E qui debbo riflettere. Ogni volta che io mi sottraggo ai doveri della mia professione, della mia chiamata… sottopongo gli altri a uno sforzo eccessivo, forse rovinoso. Mi sento responsabile delle defezioni degli altri; delle cadute di coloro che sono chiamato a sorreggere con la mia fedeltà?
San Paolo dice: «Portate gli uni i pesi degli altri», sembra dire che il mio compito è portare il peso dell’altro.
Siamo talmente parte della vita, gli uni degli altri, che nessuno può vivere per se stesso, né morire per se stesso… ma è tutto per gli altri, in funzione degli altri.
Un santo diceva che «se nella prova io rimango fedele, con me restano in piedi migliaia di persone; se io cedo, con me cadono migliaia di persone».
(da Andrea Panont, Il giardino della vita).