Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Pescatori di vite, custodire ogni vita.
– Disse Gesù: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Egli non fa violenza sui suoi discepoli ma, chiamandoli a sé, ne “converte” i desideri e i propositi.
– Simone era un pescatore… ciascuno di noi ha il suo lavoro e a ciascuno può capitare, come Simone, di faticare nel buio di tante notti e di non prendere nulla.
– Ma interviene quella Presenza che chiede di lavorare sulla sua parola, cioè di vivere la propria esistenza all’interno di quell’avvenimento potente che è Cristo Signore e allora il nostro lavoro e la nostra esistenza trovano una fecondità mai prima conosciuta.
– È in questo momento che ciascuno di noi percepisce la propria distanza da quell’abbraccio misericordioso ed insieme la propria estrema vicinanza.
– Non saremo chiamati a fare altre cose, ma a farle per un altro scopo. – Così Pietro continuerà ad essere pescatore, ma da allora in poi sarà pescatore di uomini.
– Preghiamo perché anche oggi ci siano giovani che lascino che il Signore sconvolga i loro piani per farne suoi apostoli. Oggi ricorre la 44a Giornata per la vita “Custodire ogni vita”.
Dal Vangelo di questa domenica (Lc 5,1-11).
♦ In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
♦ Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca».
♥ Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
♥ Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone.
♥ Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Pescare vite per servire la Vita
♦ Celebriamo oggi la Giornata per la vita e Luca ci consegna l’immagine del «pescatore di uomini», servizio al quale Gesù chiama Pietro e i suoi compagni. Essi sono chiamati a questo compito: liberare gli uomini dalle acque della morte per consegnarli vivi al Signore della vita.
♦ Cristo, vittorioso sulla morte, conceda anche a noi suoi discepoli di condurre i nostri fratelli e sorelle sulle vie della vita. – Dobbiamo pertanto accogliere la sua chiamata e impegnarci perché la sua grazia non rimanga vana in noi .
♦ La Parola di Dio che ascoltiamo ci renda capaci di annunciare la bella notizia di una vita piena, che Dio concede a tutti i suoi figli.
(fratel Luca A. Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza).
Per la preghiera.
* Gesù ha sempre chiamato gli uomini ad ascoltarlo e a seguirlo. Ancora oggi il suo messaggio non ha perso nulla della sua forza.
* Le nostre scelte non siano mai dettate dagli equilibri di potere, ma sempre da giustizia e misericordia.
* La consapevolezza di essere peccatori non sia per noi una condanna, ma un’occasione per sentirci accolti.
* Desiderare ardentemente di seguire Gesù sempre di più, anche al di là delle nostre forze.
* Impariamo a lasciare ai nostri fratelli la libertà di scelta che Gesù ha lasciato a noi.
* Gesù, aiutaci a non avere paura del tuo messaggio di speranza.
* Padre misericordioso, aiutaci a capire che è proprio la nostra inadeguatezza ciò che Tu vuoi che mettiamo a servizio.
Giornata della Vita – Custodire ogni vita.
Dal Messaggio per la 44ª giornata nazionale per la Vita, 6 febbraio 2022 = Custodire ogni vita
♦ “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15).
♦ Al di là di ogni illusione di onnipotenza e autosufficienza, la pandemia ha messo in luce numerose fragilità a livello personale, comunitario e sociale.
♥ Non si è trattato quasi mai di fenomeni nuovi. Ma emerge, con rinnovata consapevolezza, l’evidenza che la vita ha bisogno di essere custodita. Abbiamo capito che nessuno può bastare a sé stesso.
♥ “La lezione della recente pandemia, se vogliamo essere onesti, è la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme” (Papa Francesco, Omelia, 20 ottobre 2020).
♥ Ciascuno ha bisogno che qualcun altro si prenda cura di lui, che custodisca la sua vita dal male, dal bisogno, dalla solitudine, dalla disperazione.
♥♥ Questo è vero per tutti, ma riguarda in maniera particolare le categorie più deboli, che nella pandemia hanno sofferto di più e che porteranno più a lungo di altre il peso delle conseguenze che tale fenomeno sta comportando.
11 febbraio = XXX Giornata mondiale del malato.
♦ «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36).
♥ Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità.
♦ La Giornata mondiale del malato compie 30 anni e il versetto lucano scelto per illuminarne il significato dice quale sia la ragione del nostro agire compassionevole verso gli infermi, che non è mai autonomo e immediato ma è sempre risposta a un amore misericordioso che ci precede e ci accompagna.
♥ Possiamo prenderci cura dell’altro perché prima un Altro si è preso cura di noi.
♥ L’evangelista Giovanni, a sua volta, ci aiuta a comprendere che il prossimo (soprattutto se sofferente) è il volto visibile di Dio: non possiamo essere misericordiosi con Dio ma possiamo esserlo con i fratelli (cf. 1Gv 4,20).
♥ Il “porsi accanto” acquisisce particolare rilevanza nelle cure palliative. La vicinanza compassionevole al morente permette a quest’ultimo di non sentirsi solo nel momento di maggiore vulnerabilità, quando per alcuni, sconfortati dalla paura della sofferenza e della morte e non supportati dalla fede, rischiano di presentarsi come uniche e ragionevoli le opzioni dell’eutanasia o del suicidio assistito.
♥ La vicinanza al malato deve svilupparsi in un “cammino di carità” che porta a crescere nella relazione di fraternità.
♦♦ E la memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes ci mostra lo stretto legame fra l’esperienza della grazia e la conseguente carità fraterna.
La grotta di Massabielle è infatti divenuta luogo privilegiato dello Spirito dove sperimentarsi amati da Dio e accendersi di amore per i sofferenti. Le molte opere assistenziali nate a Lourdes trovano nell’amore misericordioso e liberante di Cristo la loro ragione profonda e la loro perenne giovinezza.
♥ La Vergine Immacolata è infatti perfetta sintesi di questo dinamismo: colmata gratuitamente di grazia, ella diviene sollecita nel servizio a Elisabetta e a ogni figlio dell’uomo.