Le associazioni hanno raccolto l’appello. La questione sollevata tempo fa dall’assessorato alle politiche sociali per l’installazione degli ascensori esterni necessari per il superamento delle barriere architettoniche avrà dunque un seguito. Per capire la complessità della vicenda bisogna però ripercorrere i fatti salienti della vicenda accaduti nell’ultimo mese. Il 19 febbraio scorso infatti, spinto dalle pressanti richieste di alcuni genitori di cittadini diversamente abili, l’assessorato alle politiche sociali di Tropea fece formale richiesta all’assessorato ai lavori pubblici della Regione Calabria di contributi per interventi di rimozione o superamento di barriere architettoniche, in particolare con l’installazione di ascensori esterni ad uso privato. A tale richiesta non seguì però risposta alcuna. Per risollevare la questione dal silenzio nel quale era caduta, l’assessore Sandro Cortese esortò, con una nuova lettera datata 6 marzo, tutte le associazioni del terzo settore di convocare una assemblea con lo scopo di esercitare, democraticamente, ogni sforzo utile ad ottenere concrete risposte nell’interesse dei diversamente abili. A quanto pare questa richiesta non è caduta nel vuoto. Venerdì scorso, nelle sale di palazzo Sant’Anna, ha avuto infatti luogo una tavola rotonda a cui hanno preso parte i rappresentanti delle più importanti associazioni presenti sul territorio. La delicata questione interessa molto da vicino proprio le fasce più svantaggiate, oltre che sfortunate, della popolazione, rappresentate in questo caso da Carlo Russo. Secondo le vigenti norme in materia infatti, pare che l’utente interessato ad un aiuto economico da parte dell’amministrazione pubblica possa richiedere solamente un parziale rimborso a copertura delle spese sostenute per l’installazione dell’ascensore, ovviamente previa presentazione del progetto e delle fatture comprovanti l’entità della spesa. Siamo arrivati al dunque. L’onere rappresentato da questo tipo di interventi supera spesso di gran lunga il reddito annuo di un comune dipendente statale. Chi però non può permettersi di affrontare spese simili, e quindi si trova nella condizione di non poter ricevere neppure un prestito, è di fatto obbligato a rimanere impotente di fronte ai propri problemi. La cosa assume aspetti paradossali se si pensa poi – come ha fatto notare la dottoressa Bruna Catalano, rappresentante della sede staccata di Nicotera dell’associazione di volontariato lametina Comunità SS. Pietro e Paolo – che «la legge finanziaria del 2007 non prevede contributi statali per privati» e che mentre molte regioni sono corse ai ripari, la Calabria non ha previsto una soluzione per questi casi. Proprio a riguardo, sono stati utili al raggiungimento di un piano comune sul da farsi anche gli interventi di Antonio De Vita, rappresentante del Centro di solidarietà Don Mottola, Sonia Di Sanza, dell’associazione Oltre il giardino e Mirella Facente, presidentessa dell’Apolist. Concorde sulle parole del neo vicesindaco Sandro Cortese, si è dimostrata anche la dottoressa Antonella Rotella, presidentessa del Csv di Vibo Valentia, riguardo al fatto che «anche se il problema è partito dalle necessità di cittadini di Tropea e Ricadi, la nostra regione è l’unica a non aver dato risposta a questo problema» e che quindi «da Tropea deve partire un segnale forte, che scuota presto le amministrazioni provinciali e regionali». A questo primo appuntamento hanno preso parte anche Maria Teresa Grimaldi, presidentessa dell’associazione Kuore, Don Ignazio Toraldo di Francia, per il centro Icaro, e Maria Vallone, presidentessa della cooperativa sociale Aurora onlus di Vibo Valentia. L’obiettivo imminente è dunque quello di coinvolgere le istituzioni politiche ed avere a giorni un contatto con i dirigenti del settore.
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