Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Pellegrino di pace a piedi scalzi, nel cuore di una giornata caratterizzata da un’agenda fitta di impegni, Papa Francesco ha reso omaggio alla cultura del Myanmar recandosi al Kaba Aye Center di Yangon per incontrare i monaci del comitato del “sangha”, ovvero la più alta istituzione statale del clero dei discepoli del Buddha. Il Papa ha auspicato amicizia e rispetto tra buddisti e cattolici, chiamando a una comune testimonianza contro le ingiustizie e a difesa della dignità umana. A tal proposito il Pontefice ha suggerito anche i modelli di riferimento, accostando le figure di Buddha e di san Francesco d’Assisi.
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Yangon (nota anche come Rangoon) è la più grande città della Birmania (4.576.000 abitanti), di cui è stata la capitale fino al 2005. Il 6 novembre 2005 la giunta militare ha ufficialmente portato la capitale a Pyinmana.
♦ Nel pomeriggio di mercoledì 29 dall’arcivescovado si è diretto in automobile verso uno dei luoghi simbolo del buddismo di tradizione theravada, che sorge nel contesto del complesso universitario Pariyatti Sasana, perché per la maggior parte della popolazione l’identità culturale coincide con l’appartenenza religiosa.
♦ Si tratta di uno dei templi più frequentati dell’Asia orientale, dominato dalla “pagoda della pace mondiale” alta 36 metri, dalla caratteristica cupola di foglie d’oro a strati sovrapposti, sorretta da sei pilastri: numero di significativa valenza simbolica in quanto rievoca i sei consigli del buddismo, l’ultimo dei quali si è svolto proprio qui dal 1954 al 1956.
♦ Per questo ogni anno migliaia di pellegrini vi vengono a meditare e a invocare gli spiriti guida, portando in segno di venerazione cibo per i pesci gatto che popolano il laghetto, incensando le statue, deponendo offerte votive di frutta e fiori, agitando campanellini.
♥ All’ingresso della sala in cui è avvenuto l’incontro, un tappeto e un cartellone rossi recavano scritte in inglese di caloroso benvenuto a «Sua Santità Papa Francesco». Accolto nell’atrio dal ministro per gli Affari religiosi e la cultura Thura U Aung Ko, prima di entrare Francesco ha tolto le scarpe in segno di rispetto per la sacralità del luogo.
♥ E con ai piedi soltanto i calzini neri ha raggiunto gli austeri monaci che lo attendevano. Una quindicina di uomini, per lo più anziani, dal volto scavato, il cranio rasato e le lunghe tonache granata o arancione. Scalzi, con una mano reggevano rotondi ventagli reclinati sul petto.
♥ Dopo i discorsi ufficiali dell’alto rappresentante dei monaci, il venerabile Bhaddanta Kumarabhivamsa, e del Pontefice, hanno avuto luogo lo scambio dei doni e lo scatto delle foto ricordo. Il Papa ha lasciato al presidente del comitato “sangha” una scultura in magnesio che si ispira alla corrente artistica futurista: raffigura una colomba della pace.
♥ Il valore della pace è stato richiamato anche dalle parole di Papa Francesco che ha auspicato amicizia e rispetto tra buddisti e cattolici, chiamando a una comune testimonianza contro le ingiustizie e a difesa della dignità umana. Ed in proposito il Pontefice ha suggerito anche i modelli di riferimento, accostando le figure di Buddha e di san Francesco d’Assisi.
(fonte: Osservatore Romano, 29 novembre 2017).