Due giovani pescatori tentano invano di salvare un giovane esemplare di delfino; all’arrivo degli esperti del WWF, però, il giovane maschio di Stenella era già morto. La causa potrebbe essere una patologia di origine virale. Non hanno esitato ad immergersi nelle fredde acque del mare di febbraio i due giovani, entrambi pescatori dilettanti, pur di tentare di salvare un giovane esemplare di delfino in evidente stato di difficoltà nelle acque antistanti la località “Michelino” di Parghelia (VV).
L’attenzione dei due giovani era stata infatti attirata dal cetaceo che, anziché nuotare verso il largo, si era diretto lentamente proprio verso la spiaggia, manifestando quindi un comportamento palesemente insolito.
Proprio per impedire che il povero delfino si spiaggiasse miseramente, si sono immersi per mantenerlo in acqua in attesa dell’intervento degli esperti del WWF, prontamente avvisati.
Purtroppo però all’arrivo sul posto del responsabile del Network Cetacei del WWF Calabria, Pino Paolillo, della dott.ssa Tavella del servizio veterinario dell’ASL di Vibo, nonché del Maresciallo Pino Colloca del Locamare di Tropea, il giovane maschio di “Stenella”, della lunghezza di circa 170 cm. aveva da poco cessato di vivere.
Il corpo del cetaceo non recava i segni di contatto con reti, né ferite esterne, per cui è stata avanzata l’ipotesi di una patologia di probabile origine virale che potrebbe aver colpito l’apparato respiratorio e il sistema nervoso centrale del mammifero marino.
Il WWF ricorda a proposito l’epidemia di Morbillivirus che colpì proprio le popolazioni mediterranee di Stenella coeruleoalba nel lontano 1991, epidemia favorita anche dall’accumulo di sostanze inquinanti nei tessuti dei delfini in concentrazioni tali da aumentarne la vulnerabilità nei confronti degli agenti patogeni.