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Riflessioni sullo stato della politica a Parghelia

I cambiamenti rappresentano la spia di un qualche mutamento?

Veduta di Pargheleia - foto Libertino
Veduta di Pargheleia - foto Libertino

Non è possibile tornare a riflettere sullo stato della politica a Parghelia senza affrontare una questione preliminare di natura democratica. A me pare prioritario insistere con forza sulla necessità di considerare essenziali momenti dell’attività politica, anche a livello locale, il dibattito pubblico e il rapporto con la gente da parte dei rappresentanti politici. A mio parere, dopo le elezioni amministrative del novembre del 2009 la centralità del dialogo con il cosiddetto popolo e il suo coinvolgimento democratico nell’attività amministrativa del Comune non sono stati più percepiti come necessari. Tale centralità è stata disinvoltamente dimenticata  dalla maggioranza espressa dalla lista civica, che ha preferito comunicare con la gente attraverso i comunicati stampa o attraverso contatti individuali e personali, secondo un vecchio modo di fare politica ; ed anche dall’opposizione del PD, che si è sempre trincerata, salvo rarissime occasioni, in un silenzio autoreferenziale politicamente assurdo e anacronistico.
Ma di recente, sulla scena politica pargheliese, si sono verificati due avvenimenti molto importanti e significativi, che, a mio avviso, potrebbero determinare una svolta e un cambiamento di notevole portata. Di conseguenza, sono costretto a chiedermi se essi non rappresentino la spia di un qualche mutamento di orizzonte politico, se non di una vera e propria metanoia, di una conversione delle due formazioni politiche, i cui rappresentanti siedono attualmente nel Consiglio comunale. Mi sto riferendo, per primo, alla pubblica riunione organizzata dagli amministratori della lista civica, uscita vittoriosa alla elezioni amministrative di un anno fa, alla quale hanno partecipato il sindaco e la giunta comunale allo scopo di “relazionare su quanto…è stato fatto e sulle prospettive future”. L’altro fatto da sottolineare riguarda l’opposizione,  rappresentata dal PD. che ha deciso di “organizzare un’Assemblea pubblica nella quale esaminare i problemi del paese per evitare…il declino irreversibile” di Parghelia.
Credo di poter affermare, a questo punto, che si sono aperte prospettive rassicuranti per la politica locale e per il futuro del piccolo comune.
Devo ammettere che ho riflettuto prima di scrivere questa nota, che vorrei, in qualche modo, portare a termine, nonostante abbia nelle orecchie la voce di alcuni amici, che continuano a chiedermi perché perda il mio tempo a raccontare un sogno, il sogno cioè di un rinnovamento e di un cambiamento della politica di Parghelia, che sembra non interessi  nessuno all’infuori di me, cittadino di Gorizia da oltre quarant’anni. Ma anche stavolta sono arrivato, come per il passato, alla conclusione che rendere pubbliche le mie considerazioni e le mie riflessioni potrebbe essere – lo dico senza alcuna presunzione – di qualche utilità e ai cittadini e ai pubblici amministratori del mio paese d’origine, se non altro come “scenario” sul quale riflettere. Mi confortano in questa idea il nuovo corso, che la politica e della lista civica e del partito democratico ha inaugurato, con il ricorso – per ora solo promesso dall’opposizione – alla convocazione di pubbliche assemblee per sentire cosa pensi la gente.
Si tratta della “scoperta” – un po’ tardiva, per la verità – di uno strumento di democrazia partecipativa, che in tutti i comuni della regione Friuli Venezia Giulia è in uso da molti anni, cioè dell’assemblea pubblica con conseguente dibattito su temi e problemi che riguardano la collettività dei cittadini. Come e con quale altro mezzo, sennò,si può concretamente attuare “la partecipazione popolare al governo del Comune” e “il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte amministrative” come è scritto nel programma elettorale della lista civica? E come si può concretizzare “un nuovo rapporto di fiducia tra l’amministrazione e i cittadini”, considerato “condizione essenziale per raccogliere i loro suggerimenti e, se necessario, anche le critiche, in maniera da affrontare i numerosi problemi del paese in un clima di di collaborazione”, come ha scritto il partito democratico nel programma presentato agli elettori?
E’ vero che gli strumenti per realizzare una democrazia partecipativa – quali le pubbliche assemblee, che pochi statuti comunali hanno regolamentato – e le relative modalità di attuazione non fanno parte ancora del corredo normale delle idee e dei programmi politici. Ma oramai da tempo si riconosce che la pubblica assemblea è uno degli strumenti a cui ricorrere anche per superare gli ostacoli derivanti dal distacco dei cittadini dalla politica e per incoraggiare i medesimi, attraverso il riconoscimento di uno spazio pubblico loro riservato – l’assemblea – a essere presenti e a sentirsi componenti attivi della vita politico-amministrativa del Comune di appartenenza. E’ superfluo dire che, in ogni caso, la partecipazione dei cittadini e il loro coinvolgimento nell’azione amministrativa non implica mai la scomparsa dei compiti istituzionali del Comune, ma piuttosto una rimodulazione del suo ruolo. Le decisioni finali devono rimanere sempre nelle mani degli organi politici rappresentativi. Comunque, la partecipazione dei cittadini nelle politiche e nei programmi di intervento che li riguardano dovrebbe costituire un richiamo obbligato in diversi campi, soprattutto nelle politiche ambientali e sociali.
Non mi pare eccessivo aver letto in una luce prospettica di ottimismo il quadro politico che si è venuto a delineare nella politica pargheliese dopo gli avvenimenti sopra indicati, pur rendendomi conto che le mie riflessioni possono apparire utopistiche o frutto dei sogni ai quali sovente mi abbandono per il grande amore che, nonostante tutto, sento per la mia terra. Ma, come scriveva Musil – e chiedo scusa a quei politici che non amano le citazioni di questo tipo – non bisogna stancarsi di pensare che “se esiste il senso della realtà, deve esistere anche il senso della possibilità”. Ed io aggiungo, il sogno, l’utopia e la speranza, che possono essere di buon augurio per il futuro di Parghelia in questo inizio di nuovo anno. Sempre che maggioranza e opposizione abbiano finalmente deciso, continuando nel percorso partecipativo intrapreso, a sentire la gente, a collaborare per affrontare i numerosi problemi del paese, soprattutto quelli del territorio e dell’ambiente messi a nudo drammaticamente dalla recenti alluvione e che restano di un’estrema gravità.

Andrea Locane

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