Estate culturale tropeana

Antonio Ortelio: sotto il segno della ricerca continua delle forme

Presso la bibblioteca comunale di Tropea, dal 13 al 17 agosto, espone Antonio Ortelio. L’artista di origini tropeane vive in Francia. I suoi dipinti non sono omologabili ad una scuola di pensiero, né tantomeno seguono quelle richieste mercenarie esaudite per assecondare i consumi virtuali del nuovo millennio.


di Bruno Cimino
foto Salvatore Libertino

Se fossimo riusciti a scoprire dov’è che l’arte origina le espressioni che l’uomo attinge e poi modella per manifestare il suo pensiero creativo, forse avremmo anche trovato l’origine della vita. Ma così non è, e pertanto le rappresentazioni artistiche a volte ci invitano, altre ci obbligano, a riflessioni soggettive ed infinite. Ed ogni essere umano ne è cosciente solo se riesce a sintonizzarsi oltre il tempo e lo spazio, secondo le proprie vocazioni ed attitudini.  Questo, in fondo, è il concetto base del libero pensiero che poi è la sintesi della ricerca, ma mai della "definizione tout court" artistica di Antonio Ortelio.
Creare senza strumenti convenzionali e utilizzando qualunque oggetto disponibile; rappresentare quanto il mondo ci permette di vedere e senza dare niente di scontato; collaborare per arricchirci con nuove scoperte racchiuse dentro le nostre pretese di dovere piano piano, e poi all’infinito, sorprenderci che il nulla non esiste ed il mistero è solo un carcere mentale, è la base su cui poggia l’evoluzione delle forme tracciate nei dipinti di Antonio Ortelio, dipinti raffigurati con estrema naturalezza e senza tante elucubrazioni pseudo culturali, così come già qualcuno di lui ha scritto: "Ortelio, con tre linee, ci presenta l’universo".
Ma cosa, esattamente rappresenta il giovane artista calabrese, che da oltre dieci anni vive in Francia?  Semplice: il mondo che non vediamo, quello che abbiamo sotto gli occhi e che ignoriamo ogni giorno sempre di più, sino a dimenticarci delle sue forme primordiali, delle luci, del suo aspetto e delle sue proiezioni.
Antonio Ortelio ci comunica a quali introspezioni è utile affidarsi per rimuovere quanto di calcificato ci circonda. In ogni sua opera vige un’impressione particolare che si dirama in mille forme di autocritiche; sono pennellate su misura per ogni essere umano che riconosce ed accetta l’ampiezza della propria indifferenza, devastante sotto il profilo dei valori del divenire perché generatasi dalla malattia delle abitudini, volontarie o causate. Tutte le opere di Antonio Ortelio svolgono questo ruolo, ma non a tutti è possibile avvicinarsi e comprendere quelle prospettive diverse da ciò che non rientra nelle opportunità e convenienze della vita materiale. Comunque, il contributo di questo giovane pittore calabrese è schietto, ecumenico, apparentemente semplice ed immediato, proiettato verso un unico scopo: quello di riconsegnare pensieri dimenticati, a volte
fraintesi, e visioni perdute.

 

Redazione Tropea e dintorni

 

 

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