Il nuovo libro di Del Vecchio
Alla ricerca dei Templari a Tropea
Si intitola “Orme medievale – segni templari tra storia e leggenda” ed è il nuovo libro di Luciano del Vecchio, edito dalla casa editrice Meligrana di Tropea. Del Vecchio è uno storico locale e si è già occupato in più occasioni nell’ardito compito di rievocare fatti e ricostruire circostanze utili a ritrovare quell’identità ricca di valori e tradizioni che sembra, a volte, così lontana. Nel ’93, anno in cui pubblicò “Frammenti di storie tropeane presso la Rubettino”, fu insignito del “Pino d’oro”, premio per la storiografia locale. Questo nuovo libro è un’avventurosa marcia in cerca di tutti quegli indizi e quelle “orme”, lasciateci dai nostri antenati, lungo il cammino di una storia fatta a ritroso nel tempo. Questi idnizi, questi segni, vengono abilmente ricollegati dal Del Vecchio che, servendosi sapientemente anche di alcuni suggerimenti presi alle leggende locali, riesce a formulare ipotesi assai plausibili, consegnando alla storiografia molti spunti su cui continuare a indagare. Ha ragione suo fratello Alfonso quando afferma che Luciano «sa magistralmente scavare nelle profondità di tenebre inaccessibili e sa ascoltare le voci più flebili che provengono dalla storia tropeana», o ancora quando nota come egli sappia «analizzare, sminuzzare e riesca a far emergere suoni, odori e sapori, per riproporli come patrimonio della collettività». È lo stesso autore, d’altronde, a riconoscere il peso di questo tipo di ricerca, ammettendo, nella nota di presentazione al libro, di muoversi «dentro le sabbie mobili della storia tropeana». Il testo si compone di cinque capitoli. Una prima parte serve per offrire al lettore un sintetico sguardo al periodo storico federiciano. Nel secondo capitolo, invece, Luciano Del Vecchio entra nel vivo del suo discorso, trattando l’origine dell’Hospitale di Tropea, del quale propone una datazione certa di edificazione, nonostante una sorta di damnatio memoriae che aleggia su molti eventi ruotanti al mondo ecclesiastico tra il 1220 e il 1290. Nei capitoli terzo e quarto vengono prima rafforzati gli elementi a favore di una presenza di Templari in città attraverso la descrizione di Alberto Canelli da Tropea, un personaggio di spicco alla corte sveva e nell’Ordine Templare, poi vengono delineati, attraverso l’analisi della protomaiolica, gli stretti legami tra Tropea e il Castello di Atlit in Palestina. Nel quinto e ultimo capitolo viene proposto uno studio sull’edificazione e sul toponimo della chiesa della Michelizia a Tropea. Con questo libro, insomma, Luciano Del Vecchio riesce a raccontare nuovi aspetti del passato di Tropea, dimostrando quanto ancora ci sia da fare, perché ciò che egli ha scritto riguarda una storia mai raccontata prima e che merita davvero di essere indagata a fondo.