Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Oh Dio, una figlia suora.
I pensieri di un papà sull’ingresso della figlia in clausura: “Quando pregavo per le vocazioni, non intendevo che Dio potesse prendersi mia figlia!…
Se le figlie di altri uomini mi avessero parlato del loro interesse a entrare in convento, non avrei avuto niente da ridire. Avrei rispettato totalmente la loro scelta e sarei stato felice per loro. Sono certo che avrei pensato: “Che vocazione nobile e splendida!”.
E invece…
♦ Quando ho sentito dell’interesse di mia figlia per la clausura, il mio primo pensiero è stato: “O mamma mia, e ogni quanto tempo potrai venire a trovarci?”
Non è triste che il mio primo pensiero non abbia riguardato la realizzazione vocazionale e il benessere spirituale di Nora? Il mio pensiero iniziale è stato che avrei potuto perdere la presenza di mia figlia in casa e la sua compagnia gentile e piacevole.
♦ Ho osservato la fiducia spirituale e la serenità di Nora nella sua scelta vocazionale quando ha visitato per la prima volta le suore passioniste per una settimana “Vieni e vedi” di discernimento nel novembre-dicembre 2013, e poi nella sua “visita da aspirante” dal febbraio al maggio 2014.
♦ Temevo di dover dire addio alla mia unica figlia.
Mentre aspettavo e pregavo durante tutto quel tempo mi sono chiesto: “Dovrei farla restare?”, “Dovrei indurla a preoccuparsi del mio dolore e del mio dispiacere?”
Ho ponderato l’egoismo di tutto questo e la manipolazione e l’uso sbagliato delle dinamiche di potere e controllo che avrebbe potuto rappresentare.
Ho pensato a quanto mi sarei sentito in colpa se avessi visto mia figlia intrappolata dal mio egoismo… Il pensiero mi ha fatto inorridire.
♦ In passato avevo preso anch’io in considerazione la vita religiosa: come mi sarei sentito se qualcuno mi avesse intrappolato a livello emotivo, evitando che compissi una scelta libera sulla mia vocazione e sul mio stile di vita? So che avrei potuto essere risentito con quella persona, e avrei provato dolore per non aver risposto alla chiamata del nostro amorevole Signore.
♥ Ho guardato mia figlia: un’anima pura. Una giovane donna profondamente spirituale, che voleva discernere la chiamata di Dio per lei, liberamente.
Desiderava conformarsi alla volontà di Dio per cui avevo pregato, come per tutti i miei figli… perché per essere autentici discepoli dobbiamo essere aperti a tutte le scelte, non solo per noi, ma anche per le persone che amiamo.
♥ Non vi mentirò. Ho pianto, innumerevoli volte, mentre guardavo la mia amata figlia recitare il rosario accanto a me ogni sera. Le lacrime sgorgavano mentre la guardavo durante la preghiera del mattino o la recita dell’Angelus a mezzogiorno. Ho memorizzato il suono della sua voce e mi sono concentrato sul fatto che di notte dormiva al sicuro sotto il mio tetto.
♥ Temevo di dover dire addio a Nora, ma potevo comprendere la sua emozione e la sua gioia. Ho pensato che una parte spirituale di me si sarebbe unita a lei nella sua nuova casa, e che le sue preghiere nella clausura sarebbero state unite alle nostre a casa, o a Messa. “Caro Dio, dacci coraggio, conforto e profondo amore nel vivere questo momento”.
♥ La mattina dell’ingresso di Nora sono rimasto scioccato; la sua gioia e il suo amore erano contagiosi. Non riuscivo a pensare a me stesso. Riuscivo solo a pensare alla decisione gioiosa, generosa, pura e libera di mia figlia di aderire alla vita religiosa e di donarsi completamente a Dio.
♥ Nora è entrata nella clausura accompagnata dal mio sorriso e dalla mia benedizione, e ho reso gloria a Dio per aver chiamato mia figlia. Appartiene a Lui, come me e voi!
♦ Ed ora vorrei dire ai genitori che stanno vivendo questa mia stessa esperienza: “Non vergognatevi della vostra tristezza o del vostro dolore. Sono sentimenti normali. Amiamo da una vita le nostre figlie, nipoti, sorelle e amiche. Celebrate quell’amore, ma non lo rovinate permettendogli di rappresentare un ostacolo alla loro libertà.
Pregate per ricevere coraggio, amore e generosità. Ne avrete bisogno. Come ci ha ricordato il nostro parroco: non stiamo rinunciando a una figlia, ma imparando ad averla in un altro modo.
(fonte: Aleteia.org 7 novembre 2016).